Certe cose sono più importanti del denaro
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
La Roma si è schierata, e con una nota ha espresso la propria ferma opposizione alla Super League. Una decisione che si è fatta attendere ma che è netta e non lascia spazio a interpretazioni. E che in questo caso vale doppio, per più di un motivo. Il primo: i giallorossi, insieme al Napoli, sono il club italiano “più grande” non incluso nelle 12 società fondatrici del nuovo torneo, dunque quello col maggior peso mediatico e non solo. Il secondo, la Roma lo chiarisce con una frase non equivocabile: “Certe cose sono più importanti del denaro”. Partecipare - da invitati o da qualificati - alla Super League significa incamerare una somma di denaro che ai giallorossi farebbe più che comodo, vista la sua situazione economica e finanziaria non così diversa, in proporzione e non solo, da quella dei club che per stessa ammissione di Florentino Perez hanno tirato su tutto questo ambaradan per risolvere un problema grosso come quello dell’indebitamento. Scegliere di non farlo è al contempo una nota di merito a livello di principi - e di fermezza nel perseguirli - e una responsabilità a livello pratico: i soldi che mancano andranno eventualmente reperiti altrove e in modo certamente meno facile e immediato rispetto all’iscrizione alla nuova lega. Non c’è nulla di definitivo e la situazione è un divenire mai così profondo negli ultimi anni di calcio, ma rifiutare una possibilità simile significa giocoforza voler puntare su altro. Cosa sarà, lo scopriremo (se ve ne sarà bisogno) più avanti; nel frattempo, nel mare di incertezza che ha travolto il mondo del calcio nelle ultime 48 ore, c’è una certezza: la Roma dice no alla Super League.