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I messaggi inviati da Mourinho alla dirigenza durante Roma-Salernitana

di Luca d'Alessandro
Fonte: L'editoriale di Luca d'Alessandro

Roma-Salernitana è finita 2-2, esattamente come la scorsa stagione. Di come è andata la partita, nel bene e nel male, se ne è già ampiamente parlato. Al di là del pareggio, un aspetto da sottolineare è quanto avviene al minuto 65': la Roma fa quattro sotituzioni ed entrano Karsdorp, Zalewski e gli utlimi arrivati Paredes e Renato Sanches. Tutto giusto se non per il fatto che tra i giocatori a lasciare il campo è anche Smalling ma, al suo posto in difesa va Cristante, dunque non è stato preso in considerazione Ndicka. Sul nuovo acquisto ne aveva parlato in conferenza stampa lo stesso Mourinho, dicendo che ancora non era pronto per giocare insieme alla squadra, per poi sottolineare tutte le qualità di Ibanez, passato a giocare nella Saudi Pro League. 

In tribuna, inquadrati a più riprese, erano presenti sia il GM Tiago Pinto, sia Ryan Friedkin. I due erano distanti appena una seduta e, soprattutto il primo, è sembrato più passionale del solito, come se Roma-Salernitana fosse un vero banco di prova per capire quanto, in che modo, più o meno, si dovrà cercare di intervenire da qui a fine sessione di calciomercato. 

Mourinho non era in panchina, c'era Bruno Conti, con Rapetti a fare il vice Special One in campo. Il primo segnale però è stato lanciato, l'ultimo, probabilmente è stato quello più eclatante. Abbiamo visto spesso come Mourinho, nelle situazioni in cui deve recuperare (e per lui recuperare vuol dire ambire ai 3 punti), metta spesso tutti gli attaccanti a disposizione, facendo saltare il canovaccio tattico. 

Abbiamo scritto di come 4 cambi arrivano al 65', il gol del pareggio di Belotti arriva al minuto 82'. Da quel momento, visti anche i 6 di recupero la Roma ha un altro quarto d'ora scarso per provare a vincere la partita. Sappiamo di come Dybala sia out per squalifica, Pellegrini idem, Abraham infortunato, ma in panchina resta, vuoi o non vuoi (in questo caso non vuoi) Solbakken. Il norvegese è arrivato nella Capitale ormai da un tempo congruo per essersi integrato e in 14' basta una giocata, un tiro, anche solo la freschezza di un attaccante per far la differenza. Invece no, l'ultimo cambio è stato al minuto 90'+2' Pagano per Aouar. 

Più che una mossa tattica, e questo è il parere di chi vi scrive, è stato l'ennesimo messaggio mandato alla dirigenza. Il famoso discorso per assurdo di Mbappé poteva servire a smuovere un po' le acque, ma non è servito. I primi due punti persi, magari possono spronare chi di dovere, perché, ok si è in ritardo, ma come si dice, meglio tardi che mai. Anche se, visti i messaggi inviati, non c'è solo un attaccante da acquistare. 


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