Il Bayern pesa ancora nella testa: con la Samp preoccupanti limiti tattici e mentali. Adesso guardare avanti, battere il Cesena, e... preparare la vendetta in Champions
L’occasione è ghiotta per ripartire. Garcia sta provando a tenere il gruppo concentrato, e a fare in modo che il ko con il Bayern non pesi psicologicamente nella testa dei suoi ragazzi. Non è facile, e lo abbiamo visto contro la Sampdoria: la sfida di Marassi ha dato un segnale chiaro alla truppa giallorossa, ha fatto capire che non è mica facile rialzarsi, che quando si prende una scoppola del genere il rischio di non credere più nelle proprie forze è grande.
Lo avevamo scritto di recente in queste pagine: la partita con il Bayern Monaco sarebbe stato un crocevia, il classico bivio che avrebbe fatto capire se la Roma potesse considerarsi matura o no. Esame di maturità non proprio superato, possiamo dire adesso che la mente è fredda e che quella batosta è già abbastanza lontana per consentirci di guardare avanti.
E guardando avanti c’è il Cesena: squadra tecnicamente inferiore, da battere senza troppi problemi. Vincere sarebbe l’unica medicina per consentire alla Roma di tornare a considerarsi grande. Bisogna vincere adesso, perché il successo col Chievo non può considerarsi terapeutico: analizzando quella sfida, sembra quasi che sia stata il prosieguo naturale di quella col Bayern, quasi come se i giallorossi, in quella partita, avessero sfogato la loro fame di vendetta. Colpire a caldo, però, spinti dalla rabbia, è una cosa; colpire a freddo, una volta che bisogna piantare i piedi per terra e rialzarsi, è tutt’altra cosa.
Contro il Doria, a Marassi, la Roma ha palesato alcuni limiti preoccupanti. Gervinho ha avuto sui piedi un ottimo pallone per portare in vantaggio i suoi, ma si sa che l’ivoriano non è un grandissimo finalizzatore, e difficilmente risulta incisivo nell’unica occasione che gli capita. Proprio questo è il punto: Mihajlovic ha saputo ingabbiare la Roma puntando sia sulla confusione mentale dei giallorossi, sia innalzando un muro tattico che ha dimostrato che la squadra di Garcia deve trovare nuove idee se vuole mantenersi competitiva ad altissimi livelli.
Eh già, sia chiaro: altissimi. Perché gli “alti” livelli, in Italia, possono pure bastare per competere con la Vecchia Signora per il titolo. In Europa no. In Europa c’è bisogno di esperienza, di tattica, di fisico, testa, grinta e livelli “altissimi”. Experientia docet, dicevano i nostri avi, e ricordavano che Historia magistra vitae est. Se non si impara dai propri errori, se non si impara dal passato, si è veramente degli stolti.