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Il codice Fonseca

di Luca d'Alessandro
Fonte: L'editoriale di Luca d'Alessandro

Pochi sorrisi, lo sguardo serio, spesso intento a capire bene cosa gli si stia domandando, il suo staff seduto in sala stampa, anche loro ad approcciarsi alla nuova realtà. Dopo il Petrachi-Day, con una conferenza stampa intensa, per argomenti e schiettezza, ha fatto il suo debutto il nuovo mister della Roma, Paulo Fonseca. Si è parlato poco di calciomercato, molto ci si è soffermati a conoscere un personaggio ancora enigmatico come il tecnico portoghese. Dzeko, Zaniolo, Higuain? No grazie. Ecco dunque il primo proclama lanciato dal coach: "Sono fermamente convinto di poter vincere una competizione". Dritto al punto. Al nervo scoperto di un ambiente (squadra-società-tifo), ormai talmente tanto digiuno di vittorie che, come quando si è tanto stanchi, forse è passata la fame. Soprattutto vista la situazione attuale, dove occorre ricominciare nuovamente da zero. Tanto che lo stesso Pallotta, stando sempre alle parole del tecnico, non ha posto nessun obiettivo per la prossima stagione. Anche se tornare in Champions lo è. In un calcio definito "codificato" dal DS, ecco spiegato il codice Fonseca: intensità, pensiero del tecnico, caratteristiche della squadra, solidità difensiva, possesso palla, strategia. Tutto molto bello, a tratti, un po' Liedholm quando dice: "Il miglior modo di difendere è tenere il pallone" (Se la palla l'abbiamo noi, gli altri non possono segnare, l'originale). La pagina mancante, fondamentale per decifrare il codice, ovviamente è quella scritta, da scrivere sul campo. Iniziata la preparazione, si potrà iniziare a vedere come risponderanno i giocatori ai nuovi insegnamenti di Fonseca, come cambieranno gli allenamenti rispetto a quello ripetitivi dello scorso ritiro (oggi doppia seduta 9:30-17). Da capire, poi, come affronterà la questione legata a Edin Dzeko, visto che ancora non ha avuto modo di confrontarsi col bosniaco. L'unica battuta, a spezzare la serietà del mister durante tutta la conferenza, arriva proprio quando gli si chiede che tipo di attaccante preferisce: "Quello che fa gol". Intorno al main event, le visite di rito a Villa Stuart, l'arrivo a Fiumicino di Pau Lopez, l'ufficialità della cessione di El Shaarawy. La sensazione che resta è quella che resta una squadra ancora da assemblare con un calciomercato ancora enigmatico


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