Il rischio enorme
Fonte: L'editoriale di Alessandro Carducci
In questo momento la Roma è un treno, una locomotiva che sbuffa e perde qualche bullone per strada, ma non ha il tempo di fermarsi. L’imperativo è di andare avanti, stazione dopo stazione, divorando voracemente la rotaia, costi quel che costi, fischiando e stridendo le ruote contro i binari, lasciandosi dietro di sé città, paesi, campagne e giocatori infortunati.
ANDARE AVANTI – D’altronde, la Roma è costretta a correre se vuole arrivare in fondo all’Europa League e in zona Champions in campionato. In rapida sequenza, arriveranno ora le gare contro Udinese, Feyenoord, Atalanta e Milan. Una sorta di “si salvi chi può”, ma anche un “recuperi chi può”.
DYBALA – Sarebbe fondamentale recuperare sia Abraham, sia soprattutto Dybala per il ritorno contro il Feyenoord. Inutile ripetere i numeri a sostegno della Joya. Si è detto e ridetto quanto sia fondamentale per la squadra di José Mourinho e la domanda “quando rientra Dybala?” è probabilmente quella che tutti i tifosi giallorossi, almeno una volta al giorno si staranno ponendo in questi giorni.
FIDUCIA - L’importanza dell’argentino non è data solo dalla sua (enorme) qualità, ma anche dalla fiducia che allenatori, compagni, tifosi ripongono in lui. Sapere di poterlo avere in campo dà fiducia, infonde tranquillità, ha un effetto benefico al di là, poi, dell’effettiva prestazione sul campo dell’ex Juve che, pur essendo leggermente calato nelle ultime settimane, rimane comunque determinante.
Bisogna fare i conti, però, con la realtà: in attesa di capire se entrambi gli infortunati recupereranno per il Feyenoord, all’Olimpico arriva l’Udinese.
IL PERICOLO - La sfida, sulla carta, più semplice, e quindi, paradossalmente, quella più pericolosa perché non si vive solo di energie fisiche ma contano anche quelle mentali. Ed è un attimo allentare la concentrazione se hai appena affrontato il Feyenoord e sei alla vigilia del filotto di partite formato ancora dal Feyenoord, poi dall'Atalanta e dal Milan. Il rischio è enorme: Mourinho, certamente, lo sa e la sfida più grande non sarà fare la formazione, nonostante gli assenti, ma tenere a mille la concentrazione dei presenti.