Il ritiro delle piccole grandi occasioni
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Con i (tanti, per fortuna) nazionali ancora in vacanza, l’elenco dei convocati per il ritiro di Pinzolo non è certo entusiasmante sia per i tifosi che accorreranno in Trentino, sia per Eusebio Di Francesco che dovrà effettuare le prime esercitazioni con qualche elemento che non avrà più all’inizio della stagione e con diversi giocatori al momento lontani dalla titolarità. Non è detto però, che questi non possano risultare utili o addirittura decisivi. La stagione da poco conclusasi ha dimostrato che ogni dettaglio è fondamentale: per arrivare secondi sono serviti ben 87 punti, quota che la Roma mai aveva toccato in una stagione in precedenza. E per fare 87 punti, oltre ai tanti gol di un centravanti, a una difesa ben organizzata e a una qualità di gioco sono necessarie anche giocate, dettagli, episodi che non per forza devono arrivare da un big. Tanti sono stati gli eroi per caso della storia della Roma e chissà che il prossimo non possa uscir fuori da uno di loro; può essere questo il senso di un ritiro che spesso è stato criticato per tempi e modalità. Troppo presto, troppo corta, subordinata alla “fastidiosa” tournée americana: la preparazione in montagna è stata spesso uno dei tanti temi di polemica attorno alla Roma, nonostante poi chi abbia scelto ritiri più lunghi sia finito una volta davanti e una volta dietro ai giallorossi e i risultati raggiunti da tante altre squadre che sfruttano l’estate anche per obiettivi commerciali oltre che per quelli sportivi. Il calcio è cambiato e, pur con delle basi che si continuano a mettere e che sicuramente torneranno utili più avanti, il ritiro, più che il periodo dal quale dipenderanno le sorti dell’intera stagione, sembra essere diventato quello in cui capire chi può darne inaspettatamente la svolta. Una piccola grande occasione, da sfruttare in ogni modo, per tanti, ma soprattutto per la Roma.