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Il salto di qualità

di Luca d'Alessandro
Fonte: L'editoriale di Luca d'Alessandro

Reggio Emilia, ultima frontiera. Domenica contro il Sassuolo terminerà la stagione della Roma. Una stagione fatta di alti e bassi, intensa, emozionante, piena di rammarichi. Il merito della squadra è quello di essere arrivati fino a fine aprile con ancora la possibilità di vincere un trofeo, il trofeo per eccellenza. Il demerito è quello di aver fatto il compitino in Patria. Il fattore Champions predominante su tutta la stagione, perché questa sarà ricordata come la stagione della semifinale, la stagione del 3-0 al Barcellona, la stagione del rammarico di aver sfiorato la finale per un VAR che non c'era. Forse però, ancora impresso negli occhi quel che è stato, non ci siamo resi conto che questa, alla fine, è stata la stagione del salto di qualità. Ok, come già scritto, la squadra è uscita troppo presto dalla Tim Cup e non è stata mai in lotta con Juventus e Napoli per lo scudetto, ma riflettendoci bene, a giochi ormai conclusi il salto di qualità è evidente. Un crescendo difranceschiano. Dallo 0-0 contro l'Atletico Madrid (finalista in Europa League) al 4-2 contro il Liverpool, passando per quelle sconfitte che hanno contribuito ad acquisire uno spessore internazionale mai avuto dalla Roma da 30 anni a questa parte. La Champions porta introiti, 100 milioni circa, un altro salto di qualità in chiave mercato cessioni e acquisti. Collegato a questo fattore c'è la possibilità di una continuità tecnica, di una rosa da rinfoltire, ma non rivoluzionare, con un anno d'esperienza in più per i vari Schick, Ünder, Pellegrini, Karsdorp (finalmente a disposizione). A loro il compito di far fare l'ulteriore salto di qualità, in campo. Fuori, a livello di fama mondiale riconosciuta a suon di cash, ben 13 annui, è arrivato il salto di qualità chiamato Qatar Airways, alias main global sponsor. Appurato e dato merito alla crescita esponenziale della squadra in questa stagione, in attesa degli ultimi sì per il nuovo stadio, ora però bisogna lavorare per mettere l'ultimo tassello, quello più importante e fare il salto di qualità definitivo: vincere un trofeo. Chissà se vedere la Juventus festeggiare lo scudetto proprio all'Olimpico abbia fatto scattare quell'ulteriore molla nella testa dei calciatori, quella voglia di dire "non vedo l'ora che ricominci la stagione". Per vincere Di Francesco ha chiesto gol e qualità, starà a Monchi ora accontentare il tecnico abruzzese, sempre pronto a combattere, l'ultimo a smettere di crederci durante le partite negative. Roma non è stata costruita in un giorno, dopo anni di gestione americana in cui si è ricostruito e data una nuova identità alla società, occorre il salto di qualità: il giorno della vittoria


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