In difesa nella Roma
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Si è conclusa l’ultima sosta delle nazionali del 2023 e l’ultima pausa del campionato fino a marzo inoltrato: il solito sollievo per i tifosi delle squadre di club, che, tolta la qualificazione dell’Italia a Euro 2024, non hanno avuto troppi motivi di interesse in questi dodici giorni passati dall’ultimo match di Serie A. E, come in ogni sosta, le notizie di campo sono poche e cominciano a moltiplicarsi indiscrezioni varie di mercato, sia in vista fin troppo vicina sessione di gennaio, che soprattutto per l’anno prossimo, derubricando a dettagli il fatto che non si sa ancora chi allenerà la Roma il prossimo primo luglio e neanche chi comporrà la rosa, visto che sia Mourinho che Tiago Pinto sono in scadenza di contratto.
Ecco, a riempire questa pausa ci stanno pensando proprio i due portoghesi: il DS, neanche per la prima volta, nel suo intervento al Social Football Summit ha tenuto a non vedere svalutato il proprio lavoro, mentre il tecnico, di fatto a pochi metri, ha cominciato le opere di movimento dell’ambiente per ottenere un rinnovo evidentemente desiderato, ma forse non altrettanto evidentemente meritato secondo i proprietari, che a sette mesi o poco più dalla fine dell’accordo ancora nicchiano da quel punto di vista. Insomma, entrambi stanno giocando in difesa del loro fortino e lo stanno facendo nella Roma, curiosamente sostenendo che in pochi stiano intervenendo invece in difesa della Roma, quando si giudica da una parte il mercato e dall’altra le prestazioni.
Ora, resta difficile intervenire in difesa di un mercato che, tolto Lukaku (ed è un gran togliere, oggettivamente) per ora non ha dato granché, così come in difesa di prestazioni che, sempre al momento, collocano la Roma ai margini della zona europea della classifica in campionato e non certo in grande posizione in Europa, con il primo posto nel girone di coppa che al momento non è nelle mani dei giallorossi; resta un concetto che è generalmente vero ma non verissimo e che forse è valido più per uno che per l’altro, ma qui si entra nel campo delle opinioni.
Quel che è oggettivo è che dopo due settimane di chiacchiere dentro e fuori dalla Roma, si riparte e non lo si farà certo con un percorso semplice, visto il calendario di cui si è parlato e riparlato anche più di queste due settimane e che adesso è finalmente realtà. Una serie di sfide che la Roma è abituata ad affrontare in difesa, ma che concettualmente dovrà invece giocare in attacco per provare a recuperare ciò che si è perso quando le cose erano più facili. Un cambio di mentalità al momento non espresso dalle due più importanti personalità dell’area tecnica giallorossa, ma forse necessario per evitare di doversi difendere ancora.