L'importanza del lavoro invisibile
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Nelle prime quattro uscite della Roma di José Mourinho, ai giallorossi molte cose sono andate bene. Tanto entusiasmo, pochi errori sottoporta, anche una chiamata arbitrale favorevole e soprattutto un solo infortunio, quello di Chris Smalling. Aspettarsi che tutto potesse continuare su questa via era complicato, e infatti un paio di brutte notizie sono arrivate dalle nazionali, con i guai fisici - seppur non gravi, o almeno così sembra - di Mancini e Vina, ovvero due quarti del pacchetto difensivo titolare giallorosso.
L’italiano potrebbe essere sostituito proprio dal rientrante Smalling, e l’uruguaiano comunque col Sassuolo difficilmente avrebbe giocato - qualora rimanesse in nazionale, disputerebbe il suo ultimo match di questo break con l’Uruguay nella notte tra giovedì e venerdì -, ma, vista l'assenza di Spinazzola, a sostituirlo dovrà essere Riccardo Calafiori, che in Serie A non ha mai giocato titolare, non lo ha mai fatto per 90 minuti e non disputa una partita ufficiale da aprile. Comunque niente di particolarmente drammatico, specie alzando un attimo gli occhi e guardando anche cosa succede altrove, ma per la prima volta Mourinho non si troverà in una situazione (quasi) perfettamente apparecchiata e alla ripresa dovrà mettere in campo una squadra con almeno un paio di parziali incognite.
Da quante volte questo dovrà accadere dipenderà molto dei destini della stagione. Anche perché spesso l'assenza di un calciatore crea degli effetti domino che a volte rendono il danno collettivo più grande della somma delle parti di cui è composto: al di là dei singoli posti in formazione occupati da riserve o comunque uomini con meno minuti, c'è un discorso di meccanismi e automatismi, per di più accentuato se si considera come Mourinho sembra voler puntare su un undici ben definito, senza troppe rotazioni "scientifiche".
Siamo ancora all’inizio della stagione, ma arriviamo da un’annata in cui è stato decisivo - in negativo - per la Roma dover cambiare troppe volte pelle e giocare spesso con elementi al limite. Mourinho è il primo a saperlo e ne ha parlato nella sua intervista di inizio stagione: “C’è anche un lavoro più invisibile, più difficile da capire per voi fuori, che è stato un lavoro di palestra, di prevenzione, di recupero”. Un lavoro che, purtroppo, durante le nazionali è certamente limitato, ma che sarà cruciale: se ci sono cose imponderabili, diventa ancor più essenziale fare bene quelle che si possono controllare.