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L’importanza delle individualità per tutelare il collettivo

di Gabriele Chiocchio
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio

Avevamo lasciato l’Europa League con la Roma nel momento di sua massima tensione degli ultimi anni, l’abbiamo ritrovata nella sua modalità standard, per lo meno in trasferta. Le gare della fase a gironi di questa competizione raramente offrono chissà quale motivazione, tra la consapevolezza di essere spesso superiori ai propri avversari e i viaggi in stadi non certo prestigiosi, quale era la Sheriff Arena di Tiraspol, Moldavia - anzi, Transnistria.

Evidentemente l’idea di voler iniziare a riprendersi il maltolto di Budapest non era sufficiente per ribaltare questo assunto, perché la Roma che ha vinto la sua prima gara esterna europea dell’anno solare tutto ha fatto, tranne che dare l’idea di voler aggredire questa sfida e, in senso lato, questo torneo. Ritmi bassi, poche idee, qualche errore di troppo e una produzione offensiva stavolta oggettivamente povera e non tale solo nell’immaginario di chi guarda.

L’autogol di Talal sembrava un inaspettato dono in grado, da solo, di consegnare alla Roma tre punti importanti anche oltre il loro valore aritmetico assoluto senza che i giallorossi dovessero sforzarsi più di tanto per prenderseli; quel poco sforzo si è però visto, per una volta, anche in difesa, con la scarsissima intensità messa nella propria area di rigore in occasione del pari di Tovar che poteva costare caro, non tanto per l’economia del girone in sé, quanto per la possibile mancata possibilità di indirizzarlo subito e quindi di poter programmare una gestione (più, perché l’idea di far giocare Renato Sanches dall’inizio dopo averlo tenuto in campo per 45’ contro l’Empoli non è apparsa brillantissima) oculata delle risorse a disposizione.

In questo copione, non nuovo da queste parti e non solo, la differenza l’ha fatta Romelu Lukaku, con il gol del 2-1 “suo” come pochi altri, perché Dybala ha sì iniziato l’azione e Cristante ha sì rifinito con un ottimo colpo di tacco, ma il belga ha sfruttato appieno tutte le sue caratteristiche per convertire in rete un pallone che magari altri si sarebbero fatti soffiare dai difensori dello Sheriff presenti dentro l’area. La qualità individuale, quindi, è intervenuta a tutelare il collettivo, in pieno stile Mourinho, che ha ammesso di avere una buona rosa a disposizione e che di questo ha avuto la dimostrazione quest’oggi, prendendo i tre punti dopo le e grazie alle sostituzioni.

Vincere questa prima gara del Gruppo G di Europa League, in trasferta e con la prospettiva di giocare due gare interne consecutive, aveva importanza sia nel piano a lungo termine di provare a tornare in finale, che in quello più a medio-breve termine di poter archiviare il prima possibile questa prima - non esaltante - fase e potersi poi concentrare sul sogno/aspirazione/obiettivo Dublino da marzo con gli ottavi, e non da febbraio con i playoff, come sottolineato da Mourinho. Bersaglio centrato.


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