L'interruttore della Roma
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
La Roma vista all’Olimpico contro il Salisburgo è stata una squadra evidentemente diversa rispetto a quella osservata per una buona parte di questa stagione, specialmente prima della pausa per i mondiali. Certo, si era già notato come i giallorossi in questo 2023 fossero in crescita più o meno costante, ma una prestazione così piena di forza e aggressività, oltre che di qualità dei singoli, da queste parti non si vedeva da un po’ di tempo. Ovviamente la circostanza di dover rimontare lo svantaggio della partita di andata ha più o meno costretto la squadra di Mourinho a un atteggiamento più proattivo del solito, ma è anche vero che questo dovrebbe essere maggiormente la base delle squadre con una mentalità come quella che ha la Roma nel corso di questo ciclo tecnico.
E diventa normale chiedersi perché questa intensità e questa aggressività non si vedano settimanalmente anche in campionato, in cui alcuni punti sono stati persi proprio per non aver aggredito le partite come si sarebbe dovuto. In realtà la risposta è semplice: perché non è possibile farlo. In una stagione da 38 partite più le coppe (al momento il totale farà 50, e chissà che non possa aumentare) non si può pensare di correre sempre a mille all’ora e bisogna saper gestire le forze quando la situazione lo consente: l’esempio è quello di Roma-Empoli, con dei ritmi decisamente più bassi una volta ottenuto il 2-0 a inizio gara.
Poi c’è un discorso numerico: in passato Mourinho ha definito la Roma incapace di battere Cremonese e proprio Empoli nel giro di tre giorni con questa rosa, probabilmente col suo solito artifizio retorico di levare responsabilità ai calciatori, ma anche con un fondo di verità. Gli infortuni e il rendimento non eccelso di alcuni giocatori hanno per lungo tempo accorciato la rosa, finita in difficoltà nel gestire il doppio impegno. Proprio sotto questo aspetto, la partita contro il Salisburgo ha restituito al tecnico due elementi come Spinazzola e Belotti e quella precedente contro il Verona, oltre ad aver rimesso in pista il 37, ha mostrato come anche Solbakken possa dare il suo contributo, fatto che in ottica rotazioni pre e post Europa (in cui il norvegese non può giocare) sarà sicuramente un fattore.
Da qui alla sosta delle nazionali ci saranno evidentemente appuntamenti più importanti e altri meno affascinanti: aspettarsi una Roma stile Salisburgo nei primi e una Roma più “tranquilla” negli altri non è ipotesi così assurda, sperando che questo interruttore venga acceso e spento nel modo giusto.