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L'ultimo problema del 2022

di Gabriele Chiocchio
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio

Il 2022 sta per finire e con esso il terzo anno solare in cui la Roma non disputa neanche una partita di Champions League. La speranza è che il conteggio si possa fermare e che a settembre del 2023 all’Olimpico torni a sentirsi l’inno della competizione più importante, più remunerativa e, banalmente, più bella da vedere: l’obiettivo oggi dista “solo” tre punti, con però due altre due avversarie nel mezzo e un percorso quantomai altalenante che per il momento non può lasciare chissà quanta fiducia per la seconda parte della stagione.

Il punto comune di questi anni senza Champions è una rosa che nei suoi titolari è stata toccata pochissimo e che oggi viene vista da molti come il principale problema da risolvere per arrivare all’agognato obiettivo. In estate - anche a causa del financial fair-play - l’obiettivo era stato quello di rafforzarla con giocatori pronti all’uso e, a dire il vero, senza una serie di importanti infortuni è facile pensare che oggi la Roma starebbe più in alto in classifica e i discorsi sarebbero diversi. 

È pur vero che, comunque, di pezzi importanti se ne sono persi e che questo potrebbe accadere anche l’estate prossima, vista la corte che l’Inter sta facendo a Chris Smalling, che oggi è il difensore più importante a disposizione di José Mourinho. Un fatto naturale, visto che l’inglese va a scadenza e che sarebbe un rinforzo “comodo” per qualsiasi squadra con ambizioni di classifica, e sarebbe altrettanto naturale non fare un dramma di una cessione di un calciatore di 33 anni per una società a cui farebbe comodo ridimensionarsi anche dal punto di vista delle spese, che continuano a essere troppo elevate rispetto ai ricavi.

La - presunta, almeno ora, giacché non palesata ufficialmente - volontà di rinnovare il contratto da parte della Roma, però, evidenzia in realtà il fatto che i giallorossi non possono permettersi di perdere neanche un calciatore della tipologia di Smalling, perché le possibilità per sostituirlo sono molto limitate dai paletti UEFA e perché lo scouting giallorosso, che dovrebbe essere fonte principale sia di miglioramenti tecnici, che di economici, non ha portato chissà quali risultati in questi tre anni. 

Di fatto, la Roma si trova ancora una volta nella peggiore situazione possibile, quella di spingere per un rinnovo di un calciatore per il quale non dovrebbe esserci chissà quale urgenza, ma che diventa quasi indispensabile nella situazione in cui versano i giallorossi in questo momento. L’ultimo - si spera - problema del 2022, da trascinarsi avanti il meno possibile.


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