La bolla può scoppiare: tre mesi per prepararsi
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Con il campionato fermo e i dibattiti tecnici sulle ultime 10 partite da giocare destinati a partire non prima di qualche giorno, ci si può soffermare sulle prospettive di una Roma in cui oggi regna il caos, ma che gioco forza tra non più di tre mesi (a star larghi) dovrà aver trovato una precisa fisionomia da cui ripartire, che dipenderà in larga parte (ma non completamente) da un ingresso in Champions League che si continuerà a inseguire fino alla fine ma sul quale oggi si fatica a fare di conto. Un tormentone in voga da anni che il da poco ex DS Monchi non ha contribuito ad allontanare, aumentando ancora i costi rispetto a un anno fa (si veda la relazione semestrale al 31 dicembre per i dettagli) anziché iniziare un processo di normalizzazione che rischia di essere ancora più traumatico di quanto già si possa pensare. Una scelta di questo tipo non è da considerarsi né sbagliata, né giusta a priori, ma comincia a essere chiaro come una bolla che ha iniziato a gonfiarsi nel 2013 (quando un mercato in cui i costi schizzarono passò alla storia come una sessione di dismissione) stia per scoppiare. Niente di irreparabile, a patto di ricordare quello che si era tentato di fare nel 2011 e si era abortito principalmente a causa, principalmente, di scarsa pazienza: costruire una squadra che costasse poco, provasse a divertire e avesse una propria identità, inculcata da un allenatore legato fortemente a un preciso sistema di gioco come il Luis Enrique di allora. La domanda è: se si batterà questa strada (ed è difficile pensare ad altre, senza Champions League e con risorse ridotte) basterà l’esperienza di allora a far eventualmente sì che un’idea di questo tipo non venga rigettata come accadde l’ultima volta? L’accettazione di un ridimensionamento quasi desiderato una volta presa coscienza dell’insostenibilità a lungo termine di una strategia rischiosa per rimanere ad altissimi livelli non riuscendo però a vincere durerà o basterà una stagione (o meno) di classifiche non esaltanti per far ripartire la giostra? Apparentemente non sembrano esserci alternative, per cui in questi tre mesi l’obiettivo - oltre a quello di provare fino all’ultimo a prendersi l’oro europeo - sarà quello di porre i migliori presupposti possibili per ripartire da zero facendo passi a misura di gamba. Presupposti tecnici e mentali, dentro e fuori da Trigoria, per far sì di non rimanere sempre al punto di partenza.