La Città Eterna(mente) divisa
Fonte: L'editoriale di Alessandro Carducci
In una Nazione che si nutre avidamente di divisioni e campanilismi, Roma svolge molto bene il compito di Capitale. Il calcio è una fede, unisce e divide. Solo considerando l'ultimo decennio, non si possono dimenticare le fazioni pro e contro Rosella Sensi, pro e contro Soros, Fioranelli, Flick, per arrivare al classico Pallotta o non Pallotta. Senza dimenticare le appassionanti discussioni sul Capitano. In un certo periodo c'era la fazione De Rossi contro la fazione Totti. Per non farci sfuggire nulla, da sottolineare anche la questione 7 giugno o 22 luglio. Il 7 giugno è nata la Roma, il 22 luglio è il giorno del primo atto ufficiale. Tutto semplice, tutto documentato. Due date, quindi, entrambe fondamentali ma non per questo in contrapposizione. Eppure ci sono i tifosi del 7 giugno e quelli del 22 luglio, come se fosse una faida, come se qualcuno dovesse prevalere sull'altro. Nulla di nuovo in questa città. In questa torrida estate romana, a riscaldare ulteriormente l'ambiente ci ha pensato l'arrivo di Kolarov. Qualcuno l'ha paragonato all'arrivo di Manfredonia, che spaccò la Curva e la tifoseria romanista. Manfredonia era cresciuto nella Lazio, dove aveva passato più di dieci anni, situazione completamente diversa da Kolarov, che ha passato 3 anni a Formello, di cui si ricordano le pesanti dichiarazioni contro i suoi stessi tifosi dopo quel famigerato Lazio-Inter.
Giudichiamolo per quello che farà in campo, per quello che darà alla causa giallorossa. Senza pregiudizi, senza incensarlo al primo cross fatto bene e senza criticarlo al primo stop sbagliato. Proviamoci, almeno.