La classe al servizio della squadra, un fenomeno all'Olimpico
"Qui mi sento a casa mia". Con queste parole Jeremy Menez ha voluto commentare la standing ovation che i tifosi romanisti gli hanno tributato, al momento della sua uscita dal campo. Le critiche, i mugugni e i fischi fino a poco tempo fa indirizzati al francese sembrano ormai un lontano, lontanissimo, ricordo. Da quando Ranieri l'ha tolto dalla linea del fallo laterale, per spostarlo in mezzo, l'ex talento del Monaco l'ha ripagato con due gol e una serie di ottime prestazioni. Ieri, a metà primo tempo, è partito da centrocampo, ha saltato con facilità Benatia e Coda per poi battere Handanovic con un preciso destro a giro. Non contento, ha poi corso per tutto il campo andandosi a prendere il pallone anche al limite dell'are romanista. Chapeau. Tutto lo stadio si è alzato in piedi, entusiasta. Anche in Tribuna Autorità, alcuni anche in Tribuna stampa. Forse per la prima volta si è avuta veramente l'impressione di trovarsi dinnanzi ad un talento impressionante. Rispetto al passato, Menez sembra anche aver trovato quella continuità che non gli ha mai permesso di fare il definitivo salto di qualità. Finalmente sta giocando di più e, soprattutto, nel suo ruolo naturale. Sulla fascia ha avuto parecchi spunti importanti, è vero, ma da quando ha la possibilità di partire da posizione centrale sta ripagando Ranieri con partite di livello assoluto: un mix di tecnica, corsa, classe, sacrificio e imprevidibilità, il tutto a servizio della squadra. Particolare non da niente, che distingue spesso i campioni dai giocolieri.