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La corsa liberatoria di Pjanic, il muro eretto da Bradley, la sicurezza di Marquinhos e Castan. Roma riconquista l'Olimpico

di Alessandro Carducci

E’ stato un assedio estenuante, durato ben 70 minuti. Poi il rigore, la freddezza di Osvaldo (fino a quel momento il meno brillante) e la capitolazione del Torino, fino a ieri imbattuto in trasferta. Serviva una scossa, una reazione, dopo la brutta sconfitta nel derby. La gente iniziava a mugugnare e, durante l’annuncio delle formazioni, in pochi sono stati risparmiati dai fischi mentre Zeman è stato addirittura bersagliato. Non una bella atmosfera, quindi, per una Roma che doveva non solo vincere ma anche dare un segno di unità, dimostrando di voler recuperare una stagione iniziata malissimo. La squadra di Zeman ha segnato solo due gol ma non si contano le occasioni create dai giallorossi, che hanno letteralmente preso a pallonate il povero Gillet, tramortito a fine gara. Il Toro ce l’ha messa tutta ma poche volte ha fatto capolino dalle parti di Goicoechea. Anche per il portiere uruguaiano era una gara particolare, dopo la figuraccia di domenica scorsa, e nelle pochissime volte in cui è stato chiamato in causa il portiere giallorosso si è mostrato sicuro. Tutta la squadra ha giocato bene e l’ha fatto per tutti i 90 minuti. Un ritmo incessante, un gioco avvolgente, a tratti frenetico, con i giocatori che tenevano tantissimo a questi tre punti. Ci teneva molto soprattutto Miralem Pjanic, che deve aver passato una settimana non proprio agevole. Prima le polemiche sul suo scarso utilizzo, poi le sue parole rivolte a Zeman che hanno scatenato il putiferio. Non sono mancate ovviamente le voci che lo vorrebbero lontano da Roma ma lui continua ad assicurare di voler vincere con questa maglia e quale migliore conferma della corsa liberatoria sotto la Sud, dopo il gol che ha chiuso la partita? Un urlo liberatorio, via la maglia e la corsa verso quei tifosi che non hanno smesso un secondo di incitarlo e di stargli vicino. Perfetta la gara di Castan e Marquinhos, con quest’ultimo che nel primo tempo ha salvato un gol buttandosi su Bianchi e levandogli il pallone a pochi metri dalla porta romanista. Bradley ha preso possesso del centrocampo, ergendo un muro contro cui i giocatori granata si sono continuamente infranti. Bene Florenzi (ma ormai è ripetitivo scriverlo), bene Lamela (la notizia è che non ha segnato), bene Totti mentre Osvaldo aveva sbagliato quasi l’impossibile fin quando, a metà ripresa, non ha freddato Gillet con un rigore preciso e un po’ beffardo. Ora occorre trovare continuità e non bisogna sottovalutare un Pescara che cambia tecnico e che vorrà dimostrare, davanti ai suoi tifosi, di essere una squadra viva, una squadra valida, una squadra che lotta. Sarà una partita molto difficile per la Roma, forse più di quella di questa sera. Serviranno altri 90 minuti giocati al massimo, senza cali di concentrazione, senza concedere spazio e campo agli avversari.


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