La goccia perfora la roccia
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Di gocce all’Olimpico ne sono cadute fin troppe e per fin troppo tempo: l’incessante pioggia di questi giorni, però, non ha cambiato lo scenario di un Roma-Sampdoria che si attendeva come una sfida in cui i giallorossi avrebbero dovuto avere grande pazienza, attenzione e precisione per portare a casa i tre punti nella prima uscita del 2021, cambiando la tendenza di un anno fa, quando proprio a gennaio cominciarono a sgretolarsi le ambizioni della squadra di Paulo Fonseca. Ambizioni che oggi, invece, sono più vive che mai, dopo una gara in cui la Roma ha aggiunto una goccia, la sua, per perforare la roccia blucerchiata: nel corso dei 93 minuti di gioco non ha mai forzato la situazione, cercando di capitalizzare i momenti buoni e attendendone altri quando c’è stato più da lavorare. Il vantaggio poteva arrivare già nel primo tempo, come spesso è accaduto quest’anno; lo ha fatto invece nel secondo, grazie al solito Edin Džeko (terzo gol consecutivo, quarto nelle ultime cinque partite) puntuale (come non tantissime altre volte, a dire il vero) all’appuntamento sul primo palo, ma grazie anche a un Rick Karsdorp autore, probabilmente, della sua miglior partita in maglia giallorossa. In un contesto, tra l’altro, decisamente sfavorevole, vista la sua non eccezionale tenuta fisica, l’olandese non ha solo servito l’assist vincente (secondo consecutivo, sempre per Džeko, quarto in campionato), ma, soprattutto, ha presidiato la sua corsia ai limiti della perfezione per tutti i minuti della gara, su un terreno di gioco reso infido (e, a un certo punto, più che infido) dall’abbondante acqua cadutavi sopra. Una grande prestazione da quinto, lui che quinto non era mai stato e che, anzi, da quarto di difesa godeva spesso degli spazi aperti dagli esterni d’attacco in sovrapposizione: un’applicazione tecnica e atletica che difficilmente ci si aspettava da lui a inizio stagione e che sta dando grandi risultati. Non solo il 2 tra gli elementi positivi: Pellegrini, sulla trequarti, ha un’altra incisività, Mkhitaryan è una certezza per i tifosi e per i compagni (basti pensare ai palloni giocati nel finale su di lui, piuttosto che su di un fresco Borja Mayoral) così come lo sta diventando Villar, anche lui chiamato alla prova di un campo difficile, superata più che discretamente. La Roma riparte come aveva finito, lottando, soffrendo meno dell’apparente e con i tre punti in tasca. Con pazienza e maturità.