La lezione non è stata imparata. Campanelli d'allarme per il prossimo trittico
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Marco Rossi Mercanti
Parlare di crisi a metà settembre dopo cinque partite di Serie A e una di Europa League è esagerato, ma in casa Roma c’è da fare un’attenta riflessione in vista dei prossimi tre impegni (Empoli, HJK, Atalanta) prima della sosta di fine mese.
Dopo il 4-0 di Udine ci si aspettava una reazione immediata e così non è stato, anzi Ludogorets-Roma ha ricordato l’andamento della partita della “Dacia Arena”. Pronti, via e Mancini si fa scappare con troppa facilità Despodov, il cui tiro-cross porta un esito differente rispetto al gol di Udogie.
Un altro errore di concentrazione e approccio sbagliato all’incontro, una malsana abitudine iniziata contro la Juventus, vista con l’Udinese e anche contro il Ludogorets. La reazione della Roma è confusionaria, con poche idee se non il solito tentativo di sfruttare i calci piazzati, con Mancini al secondo palo consecutivo (questa volta sullo 0-0).
Pur non brillando, i giallorossi avrebbero sporadiche occasioni per portarsi in vantaggio, ma anche qui si continua a peccare di cinismo e poca freddezza sotto porta come visto con il pallonetto di Pellegrini a inizio ripresa. Al primo errore, poi, il Ludogorets passa con la difesa che si apre come il Mar Rosso in una celebre scena biblica con protagonista Mosé, in questo caso (senza offesa) incarnato da Cauly.
Come spesso accade quando va sotto, Mourinho stravolge la squadra e mette dentro quanti più attaccanti disponibili da Shomurodov a Volpato. La scelta in qualche modo paga perché l’uzbeko di testa pareggia l’incontro, prima che un’altra disattenzione difensiva porti al 2-1 definitivo di Nonato.
La Roma non ha imparato la lezione di Udine, con Mourinho che ha sbagliato alcune scelte iniziali. Facile parlare a posteriori, questo è chiaro, però Belotti è ancora molto lontano dalla condizione migliore, così come altri giocatori tipo Cristante apparsi sotto tono e in debito d’ossigeno.
Un’altra serata storta molto simile a quella di quattro giorni fa, che complica subito il cammino europeo ma, come sostenuto da Mourinho nel post gara, non lo vanifica. Il tempo per sistemare le cose c’è perché siamo ancora all’inizio, però le gare di Udine e Razgrad devono suonare come campanelli d’allarme in vista del prossimo trittico, dove la Roma è chiamata necessariamente a una reazione.