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La prima vittoria di Di Francesco. La grande vittoria di Pallotta. A vincere è la Roma e i propri tifosi

di Luca d'Alessandro
Fonte: L'editoriale di Luca d'Alessandro

Un piccolo passo per il blasone europeo della squadra. Un grande passo per la storia del club. Il 5 dicembre del 2017 sarà una di quelle date da ricordare per la Roma. L'aspetto tecnico, di campo, vede la prima affermazione di Di Francesco da allenatore dei giallorossi. Per carità non si è vinto nulla, ma il primo obiettivo della stagione è stato centrato. Un obiettivo, quello di qualificarsi agli ottavi di finale di Champions League, pescando nel Girone C il Chelsea campione di Premier e l'Atletico Madrid del Cholo Simeone, del golden-boy Griezmann, secondo nel ranking UEFA, giudicato dai più come il famoso film "Mission: Impossible". Specie se nel mercato hai venduto un pezzo da novanta come Salah e buoni gocatori come Rüdiger e Paredes, indebolendoti nell'undici titolare, puntando sul collettivo. "Mai 'na gioia, neanche nei sorteggi". E invece, è anche questo taboo è stato sfatato, o meglio, se la fortuna non ti assiste, la fortuna te la puoi creare da solo. Ne è l'emblema questa squadra: solida, mai doma, vogliosa di vincere. Ne è l'emblema la gara dello Stamford Bridge dove, in svantaggio di 2 gol, ha saputo rimontare, non volendo subire un risultato che non rispecchiasse il valore del gioco espresso fino a quel momento, non mollando di testa, sentendosi di pari livello del Chelsea. La vittoria secca per 3-0 nel return match dell'Olimpico è frutto di quel click scattato a Londra, il primo posto anche, visto che si è ottenuto proprio per gli scontri diretti a favore. Un crescendo Di Franceschiano, vera sorpresa in positivo fin qui della stagione romanista. Non importa ora quanta strada potrà fare ancora la squadra in Champions, come dice Lando "Vinci e meglio sarà", perché oggettivamente ci sono squadre nettamente superiori alla compagine romanista, ma chiunque dovesse mettersi sul proprio cammino verso la conquista della Coppa dalle grandi orecchie, sa di dover arginare uno scoglio, solido, come la Roma (con la speranza di trasformare una nuova missione impossibile in-possibile). 

La vittoria più importante però è avvenuta prima di scendere in campo. Lo Stadio della Roma si farà e questo è sinonimo di grandezza nel lungo periodo della squadra. Maggior introiti per il club, miglioramento di un quadrante della città in decadenza da anni, una nuova esperienza per i tifosi di seguire la propria squadra, starle ancora più vicina e quell'aspetto romantico, da non sottovalutare, di avere una propria casa. Chiunque dovrà venire a giocare nella casa della Roma, con 52.500 tifosi giallorossi, senza barriere, senza pista ciclabile, attaccati al campo e una Curva Sud, vero e proprio muro romanista (per come sarà strutturata), in campo con chi difenderà i colori della capitale in quel momento. Non c'è riuscito Viola, non c'è riuscito Franco Sensi, ci son voluti più sindaci, da Alemanno, alla Raggi, passando per Marino, due Conferenze dei Servizi, due progetti, vincoli architettonici, ponti da costruire ecc. ecc., ma alla fine James Pallotta, da Boston, Massachusetts è riuscito dove altri prima di lui hanno fallito. La prima vittoria di Di Francesco, la grande vittoria di Pallotta, ma a vincere sono la Roma e i propri tifosi.


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