La quiete prima del caos e le voci sull'addio di Monchi
Fonte: L'editoriale di Alessandro Carducci
Sono giorni di calma. Giorni di tranquillità, apparente serenità.
Come quando si sorseggia un drink su una spiaggia, osservando lo sciabordio lento e inesorabile dell’acqua, pur sapendo che, nei giorni seguenti, il mare si agiterà impetuosamente.
Quella sensazione di calma, sapendo che qualcosa sta per accadere.
Una settimana e la Roma capirà molto del suo futuro: prima lo scontro diretto contro la Lazio, che potrebbe se non eliminare almeno distanziare una diretta concorrente dall’El Dorado della Champions. E poi proprio il dentro fuori dalla massima competizione europea con il Porto.
In una settimana, la stagione della Roma potrebbe gonfiarsi come una vela con il vento a favore o sgonfiarsi e rimanere ferma. O peggio, rischiando di affondare.
Il tutto mentre crescono le voci su un possibile addio di Monchi a fine stagione, con Di Francesco in bilico e aggrappato ai risultati.
Il predecessore dello spagnolo, Walter Sabatini, è stato attaccato e spesso insultato.
Incompetente è stato per lungo tempo il termine più carino usato dalla piazza, e da alcuni addetti ai lavori, per descriverlo.
E ora alcuni lo rimpiangono.
Credere che un eventuale successore di Monchi arrivi con una valigetta carica di soldi, promettendo di tenere tutti i migliori, è più utopistico rispetto al credere di poter risanare il debito pubblico italiano.
Prima di indurre il ds spagnolo a mollare, bisognerebbe fermarsi, respirare e pensare. Pensare molto bene.