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La Roma torna da Cesena con alcune certezze

di Alessandro Carducci

Dopo aver preso la sberla, forte, dolorosa, in faccia, la Roma si è rimessa in piedi e ha avuto la meglio sul Cesena. Niente di straordinario, per carità, ma se si pensa alla squadra che ha pareggiato contro il Parma, contro il Chievo e che ha preso 3 gol in venti minuti dalla Fiorentina non si può che essere soddisfatti della vittoria di ieri. Vittoria arrivata un mese e mezzo dopo l'ultimo trionfo, a Cagliari, un'epoca fa, anche perché nel frattempo la Lazio corre e mette il fiato sul collo. Tornare a casa senza i tre punti sarebbe stato doloroso e sportivamente drammatico. Ora, invece, si potrà affrontare la pausa per le Nazionali con un minimo di serenità e con qualche piccola certezza.

De Sanctis continua a essere poco impegnato e questo è un dato su cui riflettere: i giallorossi subiscono poco ma creano anche poco. Fino a oggi la difficoltà è stata quella di attaccare le difese schierate (come Parma, Chievo o anche la Juve scesa in campo all'Olimpico). A Cesena, i capitolini sono riusciti a creare qualche pericolo in più, mostrando di essere in convalescenza ma ancora ben lontani dall'esser guariti. Il giropalla continua a essere lento e, solo a tratti, pericoloso. Rispetto a qualche settimana, la Roma gioca più in verticale e questo produce un'efficacia maggiore sotto rete ma il lavoro da fare non è poco.

Da sottolineare la prova di Uçan che, in un momento così delicato, ha mostrato personalità e un buon tocco di palla. Sta lavorando per integrarsi nel nostro calcio e per imparare la lingua ma le qualità le ha, la visione di gioco pure e se Roma avrà pazienza potrà scoprire un giocatore importante.

Panzienza che i tifosi dovranno avere anche nei confronti di Doumbia: la colpa qui è di Sabatini, che ha ammesso di aver sbagliato a prendere il calciatore perché fisicamente non pronto per essere subito decisivo. Non è ancora in condizione e si vede. Bene la coppia centrale: se Manolas non è una sorpresa bisogna invece sottolineare la prova di Astori, spesso criticato e, proprio per questo, meritevole di un elogio perché ieri ha sbagliato poco o nulla.
Come tutta la Roma, del resto, perché la curiosità più grande era quella di vedere come avrebbe reagito la squadra a tutto il caos e le pressioni di questi giorni.

Il gruppo è unito e rema tutto nella stessa direzione: non è poco.


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