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La rosa di spine: la coperta di Linus in attesa del mercato di riparazione

di Luca d'Alessandro
Fonte: L'editoriale di Luca d'Alessandro

Vedi Napoli e poi... ti fermi e rifletti. Il trend dei giallorossi è paradossalmente positivo: 5 vittorie, 1 pareggio e 1 sconfitta nelle ultime 7 gare, in attesa delle ultime due che chiuderanno la terza frazione della stagione. Paradossalmente, non per il valore della squadra, ma per le critiche che continuano a piovere sugli uomini di Di Francesco e per le difficoltà, che non sembrano voler proprio abbandonare i giallorossi. Se l'inizio è stato di quelli "alla ricerca dell'identità perduta", una volta che il tecnico è riuscito a risistemare le cose dal punto di vista tattico è subentrata la piaga degli infortuni, ben conosciuta da questa sponda del Tevere. Sfortuna? Forse. Qualcosa però poteva essere messo in conto. Questo il peccato originale che ha compromesso, fin qui, la stagione: la sopravvalutazione della rosa e un calciomercato che risulterà lungimirante, forse un domani, ma è inappropriato, adesso. Il suo nome è Robin Olsen, fin qui è lui l'unico che ha convinto. Tutti gli altri sono rimandati a giudizio, chi perché ha troppe poche primavere sulle spalle, chi perché vaga a Nzonzi in mezzo al campo. La Roma si riscopre, quindi, fragile senza l'asse centrale difensivo Manolas-De Rossi, grigia, quando lo è la vena realizzativa di Dzeko, capace di passare da giornate infernali, ad altre in cui l'area di rigore diventa il giardino dell'Edin. A far riflettere è la situazione legata al capitano: non è un mistero che all'età di 35 anni, non possa sobbarcarsi l'intero centrocampo giallorosso per tutta la stagione. A maggior ragione se si prendono in considerazione quei famosi numeri, che tanto vanno di moda ora nel calcio. Soltanto la scorsa stagione, su 51 partite disputate dalla Roma, De Rossi ne ha giocate 32, il 62%. In questa stagione si sale all'81% (11 gare su 13), ma il prezzo da pagare è l'usura di un ginocchio che avrebbe bisogno di maggior riposo. La coperta di Linus è proprio questa: in estate si è costruita una squadra per il 4-3-3, modulo e uomini inadatti (stando ai risultati) hanno fatto sì di passare al 4-2-3-1, modulo più congeniale, che a sua volta riduce ai minimi termini il centrocampo, fulcro dell'equilibrio della squadra. De Rossi è l'unico mediano di spessore, Nzonzi lo è di ruolo, non ancora qualitativamente parlando, Cristante è un adattato in fase di adattamento, Pellegrini si è scoperto fondamentale da trequartista, gli altri sono Pastore, Zaniolo e Coric. Ecco che al netto di queste valutazioni, bisognerà puntellare la squadra (anche in difesa) nel calciomercato di riparazione. Nel frattempo, questa rosa piena di spine, più o meno pungenti, dovrà rimboccarsi le maniche e fare più punti possibili, giocando, sì, anche da provinciale come fatto a Napoli, in attesa di sbocciare, magari precocemente, perché in primavera sarà già troppo tardi. 


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