La settimana dell'intensità
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Lecce, Salisburgo e Verona: cosa hanno in comune le ultime tre avversarie affrontate dalla Roma? Molto semplice: tutte e tre, seppur con modi e mezzi diversi, fanno dell’intensità la loro arma principale. I pugliesi otto giorni fa hanno limitato con un atteggiamento anche oltre il lecito l’incedere dei capitolini, fermati sul pari anche perché incapaci di rispondere con eguale forza; gli austriaci, manco a dirlo, si sono costruiti la loro fama a forza di gegenpressing e, al di là di un singolo, ma purtroppo letale, blackout, erano stati inibiti con una buona prestazione difensiva dalla squadra di Mourinho; gli scaligeri, venuti all’Olimpico un po’ con le stesse intenzioni della squadra di Baroni otto giorni fa, sono stati invece sopraffatti da una Roma che, finalmente, ha saputo canalizzare le sue energie in modo efficace.
Lo ha fatto come collettivo, pareggiando lo sforzo dei loro avversari con, ovviamente, la qualità in più a sua disposizione che ha fatto la differenza; e, a proposito di qualità, non può essere un caso che tutta questa intensità sia venuta fuori con una formazione formata in modo quasi integrale da giocatori più di corsa che di palleggio. Ovviamente schierare gente come Dybala e Pellegrini non può essere uno svantaggio per questa squadra, ma la Roma ha saputo trarre, al contrario, vantaggio da questa situazione. Anche perché, poi, chi era in campo ha mostrato che le giocate possono arrivare anche dagli altri, se c’è forza e c’è convinzione da essa derivante: la combinazione tra Spinazzola e Solbakken per il gol dell’1-0 è una coppia di giocate di tecnica in velocità che da queste parti non si vedevano da un po’ di tempo, e sembrano conseguenza di quanto messo in campo dalla Roma in questa partita.
Otto giorni passati a giocare contro squadre intense hanno risvegliato un qualcosa che nella Roma sembrava sparito più che sopito, e che invece è evidentemente presente nei corpi e nelle teste di una squadra che ora deve imparare a mostrarsi con questo volto anche quando torneranno gli uomini di miglior piede, che magari non possono contribuire alla somma delle parti del tipo di squadra scesa in campo oggi, ma che possono dare compiutezza alla buona base da questa generata. E giovedì ci sarà di nuovo il Salisburgo: ancora intensità da affrontare, con più consapevolezza di essere all’altezza.