La sfida ad alta intensità e il futuro di Borja Mayoral
Fonte: L'editoriale di Alessandro Carducci
Sabato la Roma affronterà l’Atalanta, avversario estremamente ostico da qualche anno a questa parte.
I bergamaschi, guidati da Gasperini, hanno iniziato un ciclo che li sta portando a giocare regolarmente l’Europa con un calcio fatto di pressing, marcature asfissianti e rapide verticalizzazioni. Un calcio fatto di intensità, tanta intensità, che di solito siamo abituati a vedere in Premier League o in Champions, raramente in Serie A.
Ed è proprio la parola chiave che a Trigoria manca da un po’. Una sorta di tabù, qualcosa di cui parlare il meno possibile. Già lo scorso anno, con Fonseca al timone, la Roma nei big match aveva poca intensità, faceva fatica e quando il ritmo si alza rischia di andare in difficoltà.
Affrontare l’Atalanta sarà quindi un banco di prova pazzesco per la squadra di José Mourinho, che potrebbe servire anche a spezzare la maledizione dei big match che, dopo Fonseca, sta colpendo anche lo Special One. Sarebbe un’iniezione di fiducia enorme in vista delle gare contro Milan e Juventus, in programma a gennaio.
MERCATO - Circolano voci secondo cui Borja Mayoral potrebbe rimanere. Potrebbe anche essere così, ma di certo non per aver giocato una partita buona, quella contro il CSKA Sofia, squadra molto più debole della Roma e che non può essere un test per capire quanto un giocatore possa essere utile a Mourinho.
Borja Mayoral è bravo ad attaccare la profondità, abbastanza veloce palla al piede, bravo a giocare di prima spalle alla porta ma meno adatto a ricevere palla e proteggerla per far salire la squadra, non essendo molto strutturato fisicamente. Più una seconda punta che una prima punta e potrebbe quindi amalgamarsi bene con Abraham, pur con tutti i suoi limiti. Contro lo Spezia ha giocato male e le gare contro Atalanta e Sampdoria sarebbero dei banchi di prova più seri per capire se puntare sullo spagnolo o cederlo nel mese di gennaio.