Le basi per ripartire
Fonte: L’editoriale di Gabriele Chiocchio
Abbiamo detto tante volte di come questa pausa per i mondiali, che vanno a concludersi in questo weekend, sia stata una sorta di reset per le squadre di club. Vacanze per i giocatori, poi nuovi ritiri e nuove amichevoli: sembra davvero l’inizio di una nuova annata, col piccolo particolare che si riparte da quanto fatto da agosto a novembre.
E quanto fatto da agosto a novembre dalla Roma è stato, purtroppo, influenzato dall’alto numero di infortuni riportati e dalla loro importanza, basti pensare alla miseria degli 8 punti raccolti dai giallorossi da dopo il KO di Paulo Dybala contro il Lecce, avvenuto ormai oltre due mesi fa. La sosta ha permesso o sta permettendo agli altri acciaccati (Wijnaldum su tutti, ma anche Pellegrini, Spinazzola e Belotti) di rimettersi in sesto per questo nuovo inizio: si ripartirà da zero o quasi, ma bisognerà fare in modo che il fisico stavolta regga, perché la strada da qui a giugno sarà più lunga di quella che è stata in autunno e sarà, giocoforza, più ricca di partite che questa stagione possono deciderla, in un senso o nell’altro.
Nella scorsa annata la Roma di questi problemi non ne ha quasi avuti e il risultato si è visto, con due competizioni portate avanti fino all’ultima partita e un gruppo di giocatori che, pur con un fisiologico calo nel finale, ha mantenuto costante il proprio rendimento. Questa volta la loro resa - per motivi fisici, ma non solo quelli - è calata e Mourinho dovrà essere bravo in quello che più sa fare, rimettere i calciatori in piedi atleticamente e mentalmente per far sì che il totale di quello che la Roma può dare da qui al 4 giugno sia almeno uguale alla somma delle sue parti, com’era stato nel cammino che ha portato alla Conference League.
Perché se si guarda la classifica e si pensa a cosa è mancato ai giallorossi fino a questo momento, ci si accorge che quel quarto posto, sebbene complicato, è tutto tranne che impossibile da raggiungere: serviranno costanza di rendimento e di disponibilità, semplicemente perché è su queste che il portoghese ha fondato non solo la sua Roma, ma un po’ tutte le squadre allenate in carriera. Le basi per una stagione che ancora può dire molto.