Lo specchio del mercato
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Quattro legni e almeno altrettante occasioni nitide distribuiti tra entrambe le squadre, in altre situazioni, basterebbero per definire “casuale” lo 0-0 che ha aperto il campionato di Hellas Verona e Roma; in questa, di situazione, è lecito pensare che non sia stata solo la sorte a determinare il punteggio di una partita che ha riflesso in modo abbastanza fedele l’immagine attuale della formazione di Paulo Fonseca. Che, a dire il vero, non è poi tanto diversa da come la si era lasciata: la preparazione del portoghese alla partita si è vista, così come un fraseggio a buona velocità che poteva essere il prodromo dello scampato pericolo di uscire dal Bentegodi senza gol dopo esserci entrati senza un centravanti di ruolo in campo. Chi ha sostituito Džeko, però, non ha risposto positivamente alla chiamata: pur non avendo nella finalizzazione il suo punto forte, Henrikh Mkhitaryan ha senz’altro le abilità sufficienti per convertire in rete almeno una delle due occasioni capitategli sui piedi (0,50 e 0,30 expected goals, per un totale di 0,80) ma non è riuscito a farlo, così come Pedro avrebbe potuto fare centro, sempre nel primo tempo, completando la sorpresa incartata col suo impiego dal primo e per 90 e più minuti. Ma, più che nella conclusione, l’assenza di un numero 9 si è sentita nella continuità con cui si sono costruite occasioni e nella capacità di portare in alto e mantenere il pallone nella metà campo avversaria. In sintesi, quel che si è fatto, probabilmente, poteva bastare quantitativamente per vincere, ma con qualcosa in più o di diverso in campo ci sarebbero state meno difficoltà sul piano della qualità. Criticità di un periodo critico per praticamente ogni squadra, visti i tempi ridotti per prepararsi e, soprattutto, un mercato da fare con pochi soldi e, quindi, sempre più a ridosso delle ultime ore di trattative per poter spuntare le migliori condizioni per ogni obiettivo. Tutti fatti da mettere in conto e sui quali, in realtà, si può avere poco da recriminare, perché, fintantoché non si deciderà (tutti) di intraprendere un percorso più virtuoso, le esigenze economiche e finanziarie prevarranno sempre su quelle tecniche dell’immediato, le quali potranno, al limite, affiancarsi alle prime. Come sta cercando di fare la Roma, che è intenzionata a cedere Džeko sostituendolo al meglio possibile, a sostanziale parità di costi ma con una necessaria plusvalenza in tasca. Per un campionato leggermente più scevro da logiche che di sportivo hanno poco, ripassare alla quarta giornata.