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Metamorfosi

di Gabriele Chiocchio
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio

Oltre a speranze e ambizioni, il primo scorcio di campionato sembra aver ribaltato anche il modo di intendere la Roma, da fuori ma soprattutto da dentro. Era il 28 agosto e nella pancia del Sant’Elia, dopo il 2-2 e la rimonta subita dal Cagliari, Luciano Spalletti lanciava un monito: “Bisogna gestire la partita, se diamo il pallino agli altri andiamo in difficoltà, non abbiamo il carattere dei lottatori”. Quella partita aveva visto la Roma lasciare più possesso palla all’avversario rispetto al proprio (57% contro il 43%) ed è stata più volte rievocata dal tecnico anche per parlare di altre situazioni, come i non sufficienti rientri difensivi di Stephan El Shaarawy e, in generale, l’aiuto che gli esterni offensivi devono dare per far sì che gli avversari non recapitino un numero eccessivo di cross nell’area di rigore giallorossa. Comandare le operazioni, anche per proteggere maggiormente la difesa, era stato il diktat per tutte le successive partite, fino alla trasferta di Torino, dove un misero 38% di possesso palla è bastato agli uomini di Mihajlović per calciare 10 volte nello specchio, realizzare 3 gol e mandare nel baratro la Roma. “Modificherò qualcosa, non c’è altra strada”, ha annunciato Spalletti dopo il KO coi granata e con l’Inter si è poi visto tutto il cambiamento apportato dal tecnico: 61% di possesso palla lasciato ai nerazzurri, ma tre punti portati a casa grazie a velocità e reattività, per una metamorfosi pressoché totale rispetto alle intenzioni iniziali. Se questa sia effettivamente la strada giusta, paradossalmente, non sarà la partita contro il Napoli, squadra abituata e attrezzata per proporre e non certo per subire, a stabilirlo, ma il punto è un altro: quella al controllo della gara è una rinuncia definitiva o dettata dalle circostanze del momento? Forzata da impossibilità strutturali sanabili solo attraverso il mercato o da un mancato apprendimento che si può rinviare a periodi da questo punto di vista più felici? E ancora: un approccio di rimessa può rappresentare una chiave a lungo termine nonostante una difesa ancora traballante? Interrogativi con cui la Roma riparte con un altro ciclo di sette partite, con l’obiettivo di mettere altro fieno in cascina e soprattutto di arrivare alla prossima sosta con le idee più chiare a livello di gioco.


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