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Mourinho e quell'umiltà nascosta dalla maschera da Special One

di Luca d'Alessandro
Fonte: L'editoriale di Luca d'Alessandro

Spesso e volentieri José Mourinho viene visto come una persona arrogante, presuntuosa, boriosa ecc ecc. Un aspetto che lui stesso calca perché se ti definisci lo Special One, poi devi rimanere nella parte e vestire gli abiti di quel tipo di personaggio che ti sei cucito addosso. La gara contro la Juventus però ha riportato alla luce una versione che in certo senso va ricercata leggermente più in profondità, senza pregiudizi, andando oltre la maschera. Un qualcosa che, in questi due anni di Roma, abbiamo visto in più di un'occasione: l'umiltà di Mourinho. 

THE HUMBLE ONE - Partiamo dall'inizio: già il solo fatto di rimettersi in gioco e accettare l'incarico di una squadra come la Roma, ovverosia, un club alla seconda rifondazione societaria, con problemi di bilancio, budget limitato (ora addirittura il mercato ostacolato dal FFP), una squadra giovane con qualche campione, ma 0 fuoriclasse ai quali era abituato, è stato segno di umiltà. 

Quanto scritto sopra è direttamente proporzionale con le difficoltà che poi si riscontrano sul campo, tra una rosa corta, gli infortuni che ci possono stare in una stagione e lo scontrarsi contro realtà più solide in Serie A. Qualche mal di pancia è normale, ma anche qui è innegabile il fatto che Mou si sia tirato su le maniche e sia andato avanti lavorando sodo per trovare sempre la soluzione migliore. In più se sei Special e sei la testa di serie numero 1 in una competizione come la Conference League, capita spesso, e per fortuna è stato il caso anche per la Roma, che quel trofeo lo alzi al cielo e lo porti a capo. 

LA DIFESA DA DIFETTO A PUNTO DI FORZA - Iniziamo da qui, perché il grande cambiamento della squadra in questa stagione sta proprio nel reparto arretrato. Attualmente sono 21 i gol subiti in Serie A dopo 25 giornate. Mou ha ereditato una difesa che aveva subito 58 gol in campionato. Con gli stessi interpreti, nella prima stagione ha abbassato i gol subiti a 43. Il discorso qui è stato ed è tuttora questo: non ci sono difensori adatti per giocare a 4 e ognuno presenta dei limiti in determinate situazioni (discorso che vale anche per i quinti). Se questa è la situazione l'unica possibilità è quella di compattare ancora di più la difesa e difendere particolarmente la mia trequarti. 

IL MERCATO IN PRIMAVERA - Abbiamo detto come la Roma debba trovare le risorse internamente visto che se prima poteva spendere poco, adesso può farlo solo se prima cede. Anche è normale che Mou ti faccia la battuta sul fatto che lui fosse abituato con squadre con risorse economiche illimitate e qualcun altro, probabilmente, alla sua età e col suo curriculum, avrebbe fatto la prima donna. Invece anche qui in modalità humbleone si presenta a tutte le partite della Primavera per vedere dal vivo i ragazzi da portarsi in prima squadra e quando capita segue anche i più giovani. Il risultato è quello di vedere molti ragazzi protagonisti in Serie A. Agli altri comunque a modo suo, a volte magari esagerando nei modi, di sicuro lascia la sua impronta e in un certo senso tenta di trasmettere quella mentalità vincente, rendendoli un po' più bad guys, secondo la sua ricetta per vincere. 

SFRUTTARE LA FORZA DELL'AVVERSARIO PER MASCHERARE LE PROPRIE DEBOLEZZE - Arriviamo dunque a Roma-Juventus. Qui Mou è stato ampiamente chiaro: la Juve è forte centralmente in difesa, evidentemente più forte dell'attacco centrale dei giallorossi, quindi bisognava trovare un altro modo per arginare il punto di forza del nemico. Anche qui, un altro allenatore, in casa con 64k spettatori e una squadra con Abraham o Belotti come punte, se ne sarebbe fregato, dicendo frasi del tipo: "Non vogliamo snaturare il nostro modo di giocare" ecc. ecc. Invece no, perché le gare durano 90' e le partite cambiano in corso, basta soltanto avere l'umiltà di accettare la situazione e aspettare il momento giusto per capovolgerla a proprio favore. Ora senza il gol di Mancini, probabilmente la partita sarebbe finita 0-0, però la storia si fa con i ma e non con i se e Ma-ncini, con il suo gol, ha regalato i 3 punti alla Roma. Un gol, che Mourinho ha vissuto intento a elaborare il suo piano tattico, in silenzio, nel suo modo di essere umile dentro e Special fuori. 


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