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Nelle mani di Di Francesco

di Alessandro Carducci

“Il sistema di gioco va a farsi friggere quando all'interno di esso i giocatori non mettono le caratteristiche che servono a certi livelli”.

Così Eusebio Di Francesco alla vigilia del match contro il Milan, che ha visto la Roma frantumarsi lentamente e progressivamente fino al dramma (sportivo) consumatosi all'ultimo minuto.

La parola dramma è molto forte, considerato che siamo alla terza giornata, ma rende l'idea di un ambiente fortemente negativo, dove la parola entusiasmo non viene pronunciata ormai da settimane.

A volte, la percezione di una determinata situazione è più importante della realtà stessa.

A Roma la sensazione è quella di una stagione destinata al fallimento, come se la banda stesse suonando sul Titanic prima dello schianto.
È solo un'allucinazione collettiva o c'è un ragionevole motivo di inquietudine?
Non è una questione di classifica: Roma e Inter hanno gli stessi punti eppure a Milano l'atmosfera è ben diversa.
Da una parte dipende dal mercato: l'Inter, tanto per rimanere a Milano, ha terminato la sessione inseguendo il sogno Modric, la Roma vendendo Strootman.
È il campo, però, a destare le maggiori preoccupazioni: Monchi aveva regalato a Di Francesco una rosa praticamente fatta già a giugno, con due soli giocatori impegnati al mondiale (Fazio e Kolarov).
È probabilmente stato l'unico allenatore tra le big europee a poter lavorare così tanto con tutta la squadra. Eppure ciò che preoccupa maggiormente è la sensazione di disorganizzazione. La percezione che tutto sia improvvisato.
Sensazioni, percezioni acuite dai 5 moduli già utilizzati nei primi 270 minuti e da una fluidità di gioco che ancora manca, manca totalmente.

L'humus con cui si sta coltivando questa Roma è quindi fortemente impregnato di negatività e questo rischia di trasferirsi sui giocatori.

La palla, come ripetiamo da settimane, passa a Di Francesco. A lui il compito di isolare la squadra, trovare le giuste soluzioni tattiche e ovviare al problema Pastore, che sta costringendo il mister a rivedere la sua idea di gioco, e rimettere in piedi una stagione che è appena iniziata.
 


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