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Ora bisogna crescere e diventare grandi. Tutti

di Redazione Vocegiallorossa

Alla fine la Roma manda via Zeman, mettendo la parola fine ad una settimana inziata con il caos generato dalla conferenza stampa di Sabatini, in risposta alle dichiarazioni di Zeman di qualche giorno prima ("serve un codice comportamentale"). Le parole del ds giallorosso sembravano aver sancito la fine dell’era del tecnico boemo e, forse, l’errore è stato proprio quello di aspettare una sconfitta annunciata come quella contro il Cagliari. La confusione generata dall’affaire Zeman e, in minima parte, anche dal viaggio di Stekelenburg a Londra hanno reso la Roma ancor più fragile e i capitolini, dopo un discreto primo tempo, sono letteralmente crollati dopo l’errore di Goicoechea. La timida reazione è stata frutto esclusivamente di iniziative personali e scoordinate. Di Zeman venerdì non si è visto nulla e così si è proceduto al cambio: fuori il boemo e dentro Aurelio Andreazzoli, che dovrà traghettare la squadra fino a giugno.

In casa Roma cambia così per l’ennesima volta la guida tecnica volta: l’anno scorso se n’è andato Luis Enrique, l’anno prima è stato fatto andar via Montella, arrivato dopo le dimissioni di Ranieri. Lo stesso Ranieri, però, era subentrato l’anno precedente al tecnico toscano Luciano Spalletti, il cui percorso con l'allora vertice della Roma si era inesorabilmente consumato. Troppi i cambi in panchina per una società che vuole puntare in alto.

Nei prossimi mesi bisognerà interrogarsi sui motivi che hanno portato così tanti allenatori a gettare la spugna o ad essere cacciati, nonostante il radicale cambiamento della dirigenza e della rosa negli ultimi anni. Rimane l’ambiente, la famigerata “piazza romana”, che fagocita allenatori, giocatori e addetti ai lavori. Roma è una città straordinaria ma anche molto particolare. È facile passare dall’esaltazione allo sfascio nell’arco di pochissimo tempo. Basti pensare che lo scorso giugno proprio a Vocegiallorossa.it oltre l’80% dei tifosi si era detto contento e soddisfatto dell’arrivo di Zeman: una percentuale decisamente molto alta che denotava un enorme entusiasmo per il ritorno del tecnico boemo. In questi mesi si è passati repentinamente dal rischio esonero all’obiettivo scudetto, senza un filo conduttore né una logica che potesse spiegare quanto stesse accadendo. Gli errori del tecnico sono sotto gli occhi di tutti e ha pagato in prima persona. Ora bisogna andare avanti, crescere e diventare grandi. Tutti.


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