Perché tutte queste critiche a Stekelenburg?
Quando le cose vanno male è nella natura umana trovare un capro espiatorio. Andato via Luis Enrique la discussione si è spostata su chi della rosa meriti la conferma e chi invece debba lasciare Roma. Si analizza la stagione di tutta la squadra e si tirano le somme, in vista della prossima stagione. In questo contesto si inserisce Maarten Stekelenburg, da tempo messo in discussione dalla stampa e da parte della tifoseria. Fino a qualche settimana fa si sussurrava addirittura che il portierone olandese avesse "approfittato" del suo infortunio per finire anzitempo la stagione per dedicarsi alla sua Nazionale. Si diceva che l'ex numero uno dell'Ajax fosse scontento della sua avventura romana e che volesse essere ceduto. Pochi giorni dopo, lo stesso Stekelenburg ha bollato come fesserie (eufemismo) l'idea che lui si stesse risparmiando in vista degli Europei, rivelando, tra l'altro, come il problema alla spalla risalisse addirittura a dicembre scorso. Pur non in perfette condizioni fisiche, l'estremo difensore giallorosso ha quindi continuato a difendere la porta romanista, senza scuse e senza lamentarsi mai. Con alterne fortune, certamente. A volte con qualche sbavatura, è vero, ma giocando certamente non peggio dei suoi compagni di squadra. Non è colpa sua se gli avversari spesso e volentieri si sono presentati indisturbati dalle sue parti. Qualche volta ha pure salvato il risultato ma questo conta relativamente. Per alcuni lui non è da Roma, per altri non è adatto al gioco di Zeman (?). All'Europeo ha sul groppone la responsabilità del gol della Danimarca e questo ha dato coraggio ai suoi contestatori. Dopo le alterne fortune degli ultimi portieri giallorossi, criticare Stekelenburg, per una stagione in cui tutta la squadra ha fallito in pieno, meriterebbe di entrare in un romanzo di Kafka. Ma qui siamo a Roma. Ed è anche meglio.