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Pesante l'assenza di Pjanic. De Rossi impalpabile, buon rientro di Castan

di Marco Terrenato

L’occasione sprecata è evidente. Alla luce dei risultati di giornata, la Roma a Udine ha buttato davvero due punti preziosi.

Tra errori arbitrali, netto il rigore su Torosidis, e dei suoi attaccanti, senza dubbio Osvaldo, la squadra di Andreazzoli, in superiorità numerica negli ultimi 20 minuti, poteva e doveva andare oltre l’1-1 del Friuli, che mantiene i giallorossi al settimo posto, un passo più vicino a Lazio e Inter ma due passi più lontano dal sogno Champions, distante adesso 7 punti, ossia dal terzo posto del Milan.

Una Roma che - su un campo difficile, dove aveva vinto solo la Juventus - prosegue la striscia positiva (tre vittorie e un pari) ma conferma anche le difficoltà di gioco emerse la settimana scorsa contro il Genoa.

Lampante il peso dell’assenza di Pjanic a centrocampo, complice l’impalpabile De Rossi, e della scelta, a posteriori sbagliata, di sostituire capitan Totti con oltre mezz’ora da giocare.

Andreazzoli, bravo nell’imbrigliare tatticamente l’Udinese, probabilmente voleva dare una chance ad Osvaldo, ma l’italo-argentino, in periodo decisamente no, l’ha sprecata proprio al 90esimo con uno scellerato tocco di stinco, a tu per tu con il portiere bianconero Brkic.

La Roma può recriminare poi per un rigore non fischiato e trasformato in simulazione dall’incerto Guida, ma deve soprattutto riflettere sull’atteggiamento troppo rinunciatario dopo il gol del vantaggio, siglato da Lamela che, a parte la dodicesima rete in campionato, si è fatto notare solo per i tanti palloni persi.

La nota stonata è così il pareggio nella ripresa dell’Udinese, in pratica nell’unica vera occasione concessa, a parte quella iniziale a Di Natale. La difesa, con il buon rientro di Castan, ha retto bene, ma ha commesso con Piris, Burdisso e Stekelenburg l’errore madornale e decisivo sull’iniziativa di Muriel. 

Ma tant’è. Con 10 gare da giocare la bagarre per l’Europa è dura, eppure ancora aperta, anche se Totti e compagni non possono concedersi altre frenate, a cominciare da domenica sera, Papa permettendo, contro il Parma di Donadoni.


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