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Piccole soddisfazioni di una gara senza motivazioni

di Luca d'Alessandro
Fonte: L'editoriale di Luca d'Alessandro

8 vittorie, 1 pareggio, 3 sconfitte. Questo lo score finale della Roma nella Serie A post Covid-19. 25 punti, un qualcosa di inimmaginabile viste le deludenti prestazioni contro Udinese, Milan e Napoli. Un crescendo targato Fonseca, fino a sfatare il tabù dell'Allianz Stadium. Contro la Juventus finisce 1-3, dopo che la squadra era passata subito in svantaggio. Poche indicazioni tecnico-tattiche, una partita che se fosse stato possibile per le due squadre non avrebbero giocato. La testa era altrove, la Juve al match di ritorno contro il Lione, la Roma a quello da dentro e fuori contro il Siviglia. Nonostante tutto i giallorossi hanno messo maggiore convinzione e hanno vinto grazie a una squadra migliore rispetto a quella dei campioni d'Italia. Lo strapotere fisico di Zaniolo, imprendibile con le sue consuete progressioni palla al piede, l'esperienza e la qualità di Kalinic e Perotti sono bastate per segnare 3 gol. C'è stata gloria anche per Calafiori (rigore procurato) e per Villar, abile nella regia della squadra. Bravi tutti, il post il calcio post lockdown ha ritmi ancora più frenetici di prima e Duisburg calling. Giovedì inizia una nuova parte di stagione, in cui la Roma è chiamata a confermare sul palcoscenico europeo quanto di buono fatto in questo finale di stagione in Serie A. Si andrà avanti col 3-4-2-1, una formula tanto funzionante in Italia, quanto poco praticata nelle altre nazioni (fu la mossa di Roma-Barcellona 3-0, poi riproposta malamente contro il Liverpool all'andata). C'è ancora l'incognita legata al possibile impiego di Smalling, una cosa non da poco e mancherà Veretout. Di fronte però ci sarà il Siviglia di Monchi e una squadra alle prese con i problemi legati alla positività al Covid-19 di Gudelj. Una di quelle gare che si possono qualificare come "finale anticipata". Di certo non mancheranno le motivazioni...


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