Principio di dualità
Fonte: L'editoriale di Alessandro Carducci
Fino a poco più di due mesi fa, Pellegrini era considerato da molti (sia tifosi, sia addetti ai lavori) uno scarsone, uno che giocava nella Roma un po’ a caso. Nel giro di poche settimane, è cambiato tutto, è cambiata la considerazione della gente e anche le prestazioni sue si sono ulteriormente elevate.
Poco tempo fa, Abraham veniva considerato un grande acquisto. Dopo alcune gare negative, è stato dipinto come uno scarsone che stava al Chelsea per caso e che, altrettanto casualmente, era stato pagato 40 milioni più bonus dalla Roma.
Fino a pochissimo tempo fa, José Mourinho era intoccabile. Ora, sui social, qualcuno già gli dà del bollito come se parlassimo di un anzianotto al torneo di bocce del quartiere.
Potremmo continuare all’infinito, con Cristante giudicato qualche tempo fa inabile al gioco del calcio, Ibanez idem e via discorrendo. I giudizi di tutti, di noi addetti ai lavori, dei tifosi, vanno e vengono ed è giusto così.
Da qui alla ripresa del campionato ne sentiremo tante altre ma poi basteranno due-tre partite fatte bene o fatte male per ribaltare tutto nuovamente.
L’ideale sarebbe di godersi lo spettacolo, di criticare se c’è da criticare, e poco più.
Invece, la stagione ripartirà dal solito principio di dualità, al quale l'essere umano è da sempre condannato: Mourinho sì, Mourinho no, Abraham forte, Abraham scarso, Mancini bravo, Mancini incapace, Vina bravo calciatore, Vina giocatore da regalare al primo che passa. O pro o contro qualcuno o qualcosa. Senza mezze misure, ovviamente.