Prudenza, da obbligo a scelta
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
I 4 gol segnati a Pescara contro i 6 rifilati al Palermo, i 38 centri di Džeko e Salah contro i 31 di Immobile e Keita, la media di 3 reti a gara nei tre confronti già andati in scena in questa stagione. Ci sarebbero tutti gli ingredienti per un derby d’attacco, tra una Lazio vicina a centrare la qualificazione europea e una Roma che invece dovrà ancora sudarsela per il secondo posto: proprio la differenza di obiettivi potrebbe essere l’elemento chiave del lunch-match di domenica, che cade esattamente un girone dopo il primo utilizzo del modulo che ha accompagnato i giallorossi nella prima parte del 2017 e che è stato momentaneamente rimesso nel cassetto. Allora, fu l’indisponibilità di Salah a costringere Spalletti a giocare con cinque difensori, oggi, con tutti tranne Florenzi attualmente a disposizione, è il tecnico che deve scegliere come approcciare a una sfida che va ben oltre il campanile, soprattutto dopo l’eliminazione in Coppa Italia sulla cui onda lunga la Lazio potrà viaggiare. Come poche volte è capitato loro negli ultimi anni, i biancocelesti potranno infatti approcciare la sfida in tranquillità sotto ogni punto di vista, sia a livello mentale, con in mano lo scalpo del doppio confronto, sia a livello tattico, con quel 3-5-1-1 ormai collaudatissimo che contro la Roma bene aveva fatto, tutto sommato, anche nella sfida di andata di campionato, prima dell’errore di Wallace. Tra classifica, dubbi di campo e rivincite da prendersi la pressione è dunque quasi tutta sulla Roma e su Luciano Spalletti, forse all’ultima stracittadina da allenatore dei giallorossi: il tecnico, da questo punto di vista, probabilmente (eufemismo) non avrebbe gradito iniziare l’avvicinamento a questa partita con l’ennesimo caso e ha scelto di sgonfiarlo immediatamente. Avrebbe potuto anche fare il contrario, cavalcarlo per alzare una coltre di fumo in grado di nascondere le questioni di squadra per qualche giorno e, paradossalmente, di donare tranquillità al suo gruppo, ma evidentemente sarebbe stata una situazione poco controllabile, specie da queste parti. Che sia un segnale di un possibile atteggiamento prudente anche all’interno del terreno di gioco? Difficile dirlo, sarebbe un collegamento probabilmente fin troppo fantasioso e il modo in cui la Roma approccerà la prima sfida del trittico sarà un’incognita fino al fischio iniziale, uno dei tanti bivi nell’ultimo tratto di strada che porta al futuro.