Quando le cose non vanno si cerca sempre la polemica. Estraniarsi dal contesto per riaccendere l'entusiasmo
La sosta per le nazionali crea sempre molte divisioni, tra chi avrebbe preferito continuare a giocare e chi, invece, la accoglie positivamente per staccare e ricaricare le energie. In realtà, si tende un po’ a tirare l’acqua al proprio mulino perché chi si trova in un buon momento di forma non ha voglia di fermarsi, al contrario di chi si trova in crisi sportiva.
Quest’ultimo è il caso della Roma, desolatamente nei bassifondi della classifica con un solo punto in tre partite e una sola vittoria – contro lo Spezia il 4 giugno – nelle ultime dieci di Serie A se consideriamo anche la precedente stagione. Nel finale dello scorso campionato, però, c’era la variante Europa League con una Roma piuttosto incerottata che si stava giocando l’accesso alla finale e il trofeo, dunque i pensieri potevano essere prettamente rivolti all’appuntamento di Budapest.
La vera sorpresa, quindi, è l’avvio della nuova stagione. Quando è uscito il calendario lo scorso 5 luglio, nemmeno il più pessimista tra i romanisti avrebbe pensato di vedere la Roma senza vittorie dopo tre partite, con un solo punto. Le cause possono essere svariate tra casualità, errori propri, forma fisica, meriti dell’avversario. Ognuno faccia la propria analisi, fatto sta che la situazione è questa e non si può tornare indietro.
Sappiamo come nel calcio basti pochissimo per rompere gli equilibri, figuriamoci in una piazza come Roma dove l’umore passa dalle stelle alle stalle e viceversa in una frazione di secondo. Pensando al calciomercato, si è partiti con un applauso per Tiago Pinto dopo i colpi a zero di Aouar e Ndicka, poi si è iniziato a rumoreggiare perché l’attaccante non arrivava, sino allo scetticismo per Azmoun e l’euforia incontrollabile per Lukaku.
Sul campo è avvenuto più o meno lo stesso: quando le cose vanno per il verso giusto si sogna, quando vanno male tutti sono sul banco degli imputati. E puntuali arrivano indiscrezioni, voci, spifferi di confronti, di “faccia a faccia” per uscire dalla crisi. Solo i giocatori hanno il privilegio di vivere lo spogliatoio 24 ore su 24, quindi quello che filtra essenzialmente lascia il tempo che trova. Possiamo immaginare che, se qualcosa non gira, è normale e doveroso guardarsi negli occhi per trovare il bandolo della matassa. Nulla di così eclatante, ma nelle grandi piazze si tende sempre all’esagerazione e a cercare la polemica.
La Roma tornerà in campo domenica 17 settembre alle 20:45 contro l’Empoli e queste due settimane di pausa devono servire per estraniarsi dal contesto e focalizzarsi sulla ripresa, senza lasciarsi condizionare da influenze esterne dettate da un avvio di campionato negativo come non mai da 27 anni. Basta poco per riaccendere l’entusiasmo e il miglior modo è rispondere sul campo come si è sempre fatto.