Quel falso mito su Mourinho. Da quando è a Roma ricerca la qualità e quando l'ha avuta è stato un binomio vincente
Fonte: L'editoriale di Luca d'Alessandro
Qualità e Mourinho. Le due parole messe l'una vicina a l'altra possono sembrare un ossimoro, ma non è così. L'anno solare 2022 è terminato con la Roma in netto calo, tra i fischi dell'Olimpico riservati a molti contro il Torino. Ovviamente il tutto è legato alle aspettative che si avevano sulla squadra dopo la vittoria della Conference League e dopo, a detta di tutti o quasi, il miglior calciomercato della Serie A. Aspettavive altissime, perché come Mourinho giustamente fa notare, la Roma, nonostante stia attraversando un momento no, in un calendario fittissimo per via dei Mondiali, ha 2 punti in più rispetto alla scorsa stagione dopo le stesse giornate.
Visto che tanto il tema, come al solito, lo ha lanciato proprio Mourinho con le sue riflessioni, in una piazza dove si tende per di più a dare la colpa a quel calciatore piuttosto che a un altro, oppure proprio allo stesso tecnico, ci si dimentica una cosa abbastanza semplice: la qualità nel calcio fa la differenza.
Stare a parlare degli atteggiamente di Karsdorp, di Abraham, del rigore di Belotti fa riempire trasmissioni, chat su Whats App e fa diventare tutti professori/allenatori di calcio. Tutto bello, poi bastano 20 minuti di Dybala per vedere un'altra squadra. 20 minuti di un Dybala con una gamba sola e la testa ai mondiali in Qatar.
Allora ecco che andando a ritroso su quella che è stata la Roma di Mourinho, che "non ha gioco" o "il suo gioco è sempre quello di andare di inerzia, in maniera più emotiva che studiata", si vede come il tecnico abbia ricercato in maniera costante di aggiungere qualità alla sua squadra:
La prima mossa è stata quella di Pellegrini messo libero di agire e di sprigionare le proprie doti tecniche. Il risultato è che ha disputato la sua miglior stagione.
Poi è stata la volta di Mkhitaryan centrocampista e con i piedi e la qualità tecnico-tattica dell'armeno a centrocampo la Roma ha fatto il salto di qualità, così come lo stesso giocatore che ha trovato un importante ingaggio all'Inter, in quel ruolo.
Le mosse Zalewski ed El Shaarawy quinti a sinistra anche sono alla ricerca di aumentare il tasso qualitativo in rosa, visto che il 3-5-2 è spesso un 5-3-2 mascherato coi quinti che non sono altro che terzini e non attaccanti esterni arretrati.
Arriviamo a questa stagione e pronti via nessuno o quasi (ma su VG troverete editoriali su questo argomento) avrebbe pensato a una Roma con Dybala-Pellegrini-Zaniolo-Abraham, poi diventati i fab four a cui bisognava aggiungere Wijnaldum. Tolto l'olandese, i quattro lì davanti hanno giocato appena 4 partite e non per tutti i 90 minuti insieme: Tottenham-Roma 0-1, Roma-Shakhtar Donetsk 5-0, Salernitana-Roma 0-1, Roma-Cremonese 1-0. Solo vittorie. Segno che nella Roma, Mourinho e la qualità non solo possono coesistere, ma sono un binomio vincente.