Ranieri, il generale del 'Gruppo Roma'
L'invidiatissimo primato giallorosso - firmato Rosella Sensi e Ranieri, lo ricordiamo - è frutto di un intenso lavoro, durato mesi, sia a livello fisico che mentale. Il mister, d'altronde, ha dimostrato sin da subito di avere molta fiducia nei suoi uomini. 2 settembre 2009, presentazione ufficiale: "Il calcio è uno, le teste sono tante. Luciano (Spalletti ndr) ha fatto grandi cose ma io porterò il mio pragmatismo. Tutti devono sentirsi parte del progetto. Cosa prometto? Questa gente merita di stare in alto, molto in alto. Questa squadra deve reagire ha perso fiducia in se stessa". Parole che, lette a distanza di quasi otto mesi, danno subito la sensazione di come effettivamente questo allenatore sia riuscito a dare quella scossa mentale che tanto serviva ai calciatori.
Alcuni, all'inizio dell'attuale stagione calcistica, erano praticamente dati per finiti. Da Cassetti al criticatissimo Juan, da Mexes al 'miglior terzo portiere del mondo' Julio Sergio. Volendo ragionare per reparti, la difesa - considerata il vero Tallone d'Achille della Roma - è diventata il suo vero punto di forza: la solidità di Burdisso coadiuvata dalla classe di Juan creano un mix difficilmente superabile. Lo stesso Mexes, non più titolare inamovibile della retroguardia giallorossa, è comunque un elemento fondamentale nello spogliatoio. L'unità di gruppo creata da Ranieri e più volte sottolineata dallo stesso in conferenza stampa, la si evince da tanti piccoli-grandi particolari: avete notato la carica data dai ragazzi in panchina ad un gol subito? E la corsa di Totti, De Rossi e lo stesso Mexes al raddoppio di Vucinic nel derby? Fattori che danno un segno tangibile di come nel Gruppo Roma sia cambiato radicalmente il modo di vivere la maglia giallorossa. Ranieri è riuscito nell'intento di far sentire tutti parte integrante di un progetto.
La trasformazione evidente di Menez ne è l'esempio più lampante. Il francese infelice - come lo chiamavano in tanti - sembrava ai margini della rosa e proprio il mister, attraverso una gestione inizialmente molto dura, è riuscito a tirar fuori il meglio dal talento transalpino. Quest'oggi, attraverso France Football, il giallorosso ha sottolineato l'importanza dell'aver incontrato Ranieri in questo momento della propria carriera: "Quattro mesi fa ho avuto una bella discussione con l'allenatore. Abbiamo messo le carte in tavola e soprattutto lui mi ha detto che credeva in me. Avevo bisogno di sentire quelle parole. Io so che ho delle qualità, ma avevo bisogno di crescere mentalmente. Ho fatto degli sforzi in questa direzione e, oggi, stanno pagando. Ho vissuto la mia prima esperienza all'estero a 22 anni e ho preso coscienza di certe cose. Ormai mi diverto, do tutto per la squadra. Sono più completo e rigoroso tatticamente. Ho trovato il mio percorso, mi sento appagato. Alla Roma mi sono fatto il mio nido".
Il Gruppo Roma è vicino ad un grandissimo traguardo. Il curvone è finito, siamo in pieno rettilineo: prossima fermata, la Sampdoria di Cassano e Pazzini.