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Rischio tritacarne per Daniele De Rossi

di Alessandro Carducci
Fonte: L'editoriale di Alessandro Carducci

Un passo alla volta, Daniele De Rossi sta entrando nel tritacarne di Trigoria. L'incubo peggiore, professionalmente parlando, per uno cresciuto a pane e Curva Sud, ma è la sorte che colpisce tutti gli allenatori che faticano a ottenere risultati. Chiunque sarebbe messo in discussione, se ottenesse zero vittorie nelle prime 4 partite. Con De Rossi è diverso, perché lui non è un allenatore qualsiasi, è Daniele De Rossi. Prima una giovane promessa, poi capitan futuro, capitan presente, bandiera, tifoso scatenato della Roma e infine allenatore. Solo Totti potrebbe smuovere maggiormente le coscienze e il cuore dei tifosi. Quindi, mettere in discussione De Rossi non sarebbe come mettere in discussione chiunque altro. Eppure, tra i tifosi inizia a circolare qualche piccolo borbottio.

REGGERE LA PRESSIONE - Il problema è che De Rossi, almeno mediaticamente, deve uscirne da solo. Deve uscirne con i risultati e deve essere l’unico a metterci la faccia davanti alle telecamere. Come successo con Mourinho, anche De Rossi si trova da solo a reggere la pressione mediatica. Lo sa fare bene, ma rischia di logorarsi, con il passare delle settimane, rischia di consumarsi lentamente come una candela. D’altronde, la proprietà è sempre stata coerente: non ha mai parlato davanti alle tv da quando si è insediata a Trigoria e si è sempre circondata di persone estremamente riservate, quali Tiago Pinto prima, Lina Souloukou poi e ora anche Florent Ghisolfi, dirigenti mediaticamente quasi invisibili (anzi, in confronto ai dirigenti attuali, Tiago Pinto era quasi uno show man). Il rischio è che, se i risultati non dovessero impennarsi, De Rossi sia costretto a reggere pubblicamente da solo tutta la pressione, infilandosi in un tritacarne che non risparmia nessuno, nemmeno le bandiere.


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