Risultato bugiardo ma troppi big sotto tono
“Tanto c'ha ragione chi fa gol”. Recitava così una sigla di una vecchia trasmissione sportiva. Nessuna definizione sarebbe più azzeccata di questa per descrivere la gara di ieri sera. Il Napoli ha meritato e sarebbe scorretto dire il contrario, dopo quattro gol presi e uno solo realizzato. Il risultato però è bugiardo perché la Roma non è stata surclassata sul piano del gioco ma non è stata capace di concretizzare le numerose occasioni create. Il capro espiatorio della giornata è Mattia Destro, colpevole di non aver sfruttato almeno due occasioni nitide da gol. Quando Zeman l’ha tolto dal campo, per inserire Osvaldo, la differenza si è notata e non solo per il gol della bandiera ma anche per il maggior peso offensivo che i giallorossi hanno mostrato. Con l’ex Fiorentina a guidare l’attacco, i capitolini si sono fatti fin da subito più pericolosi, sfiorando anche il gol del 2-3 che avrebbe potuto cambiare la partita. Dare tutta la colpa a Destro sarebbe fuorviante ma è indubbio che, al momento, Osvaldo sia imprescindibile in questa squadra e non è un caso se Zeman, quando l’italoargentino sta bene, lo schieri quasi sempre da titolare. Ieri è pesata anche l’assenza di Marquinhos sebbene, contro un Cavani in queste condizioni , sarebbe stato superfluo anche chiamare l’esercito. Oltre ai tre gol segnati, il centravanti partenopeo ha inseguito qualunque giocatore indossasse la casacca giallorossa, andando a marcare a uomo anche De Rossi, autore di una gara opaca e mai in partita. Espulsione a parte, Pjanic ha provato a inventare qualcosa, nonostante i pochi spazi lasciati dal Napoli, mentre Bradley ha giocato una partita ordinata macchiata dal grossolano errore a porta vuota. L’americano è andato poi vicino al gol altre due volte ma non era evidentemente serata. In ombra Lamela, non al meglio Totti, mentre non è stata certamente una serata memorabile per Goicoechea. Il portiere giallorosso non è stato impeccabile sul secondo gol mentre il pallone gli è passato sotto le gambe sul terzo. Si è leggermente ripreso a fine gara, quando ha arpionato un pallone a Cavani, evitando che il passivo potesse crescere ulteriormente, ma ancora non dà sicurezza al reparto difensivo. Le uscite su El Shaarawi, a dicembre, quella di oggi su Cavani e altri interventi determinanti (anche contro la Fiorentina) dimostrano che i mezzi per far bene li ha ma è la continuità che gli manca. La stessa che dovrà trovare la Roma, se vorrà puntare seriamente al terzo posto.