.

Roma con il braccino, si voleva evitare la partita della vita

di Alessandro Carducci

“Non avremo il braccino”, aveva pronosticato il dg Mauro Baldissoni, a pochi minuti dall'inizio di Cska Mosca-Roma. La squadra non deve averlo sentito perché la Roma, dopo essere passata in vantaggio, nella ripresa ha fatto proprio quello che non avrebbe dovuto fare: si è rintanata nella propria metà campo, ha chiuso i battenti e non è quasi mai uscita. De Sanctis non è stato particolarmente impegnato ma il Cska ha operato una pressione sistematica, che ha costretto i capitolini a rimanere schiacciati tutti nella propria trequarti campo ed è un peccato perché, fin dal primo tempo, era chiaro come la Roma potesse far molto male ogni volta tentasse di accelerare. I russi si sono giocati il tutto per tutto, è vero, perché per sperare di arrivare secondi nel girone non potevano far altro che vincere però la Roma ha concesso loro di tornare in partita. Nainggolan e Ljajic hanno sprecato gli unici due acuti della ripresa, una ripresa quasi mai giocata dalla Roma. La beffa è arrivata nel finale e fa male perché, una volta tanto nella storia romanista, si voleva evitare la classica partita della vita. Ora, fino alla gara con il City, non si parlerà d'altro e la pressione sarà molto difficile da gestire per Garcia. Tenendo palla qualche secondo più, ma soprattutto non mostrando paura e non arretrando per tutta la ripresa, la Roma avrebbe potuto affrontare la gara contro gli inglesi con qualche certezza e soprattutto con due punti in più. A questo punto, i giallorossi dovranno dimostrare di meritare il passaggio del turno battendo il Manchester e mostrando all'Europa di essere in grado di ben figurare tra i campioni. Dopotutto, il tanto amato e adorato inno della Champions League recita tesualmente: Die Meister, Die Besten, Les Grandes Équipes, The Champions. I Maestri, i migliori, le migliori squadre, i campioni. Questa è la Champions.


Altre notizie
PUBBLICITÀ