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Sabbie mobili

di Alessandro Carducci

Ennesimo pareggio per la Roma in campionato (il quarto consecutivo), ennesima partita che i giallorossi devono rimontare ed ennesima occasione sprecata. L'ultimo mese è stato uno strazio per i tifosi giallorossi: un continuo déjà vu, sempre gli stessi problemi, sempre gli stessi difetti e, soprattutto, sempre lo stesso risultato. Un incubo.

L'obiettivo scudetto si è infranto rumorosamente e i giallorossi dovranno ora tenere il secondo posto (che vale l'accesso diretto alla Champions), puntare alla Coppa Italia e all'Europa League. Per cercare di fare tutto questo, Garcia deve riprendere in mano la situazione, e deve farlo alla svelta. Il gioco si è involuto nettamente: sul piano dell'impegno nulla si può rimproverare ai calciatori ma anche oggi, ad eccezione dei primi minuti, la Roma è andata avanti per forza d'inerzia, tentando qualche azione personale e troppo sporadicamente riuscendo a giocare palla a terra tutti insieme, da squadra.

I giocatori sembrano aver perso fiducia e convinzione: manca l'aggressività che aveva caratterizzato la scorsa annata e la prima parte della stagione. Manca il furore che ti consente di schiacciare l'avversario nella propria metà campo. Dopo il pareggio, puntualmente, la Roma si ferma, come se si accontentasse.

La Roma sta lentamente sprofondando nelle sabbie mobili. È un'agonia lenta e dolorosa. Si può ancora fare tanto: tenere la seconda posizione e puntare a una delle due coppe ma deve anche cambiare qualcosa e non si parla di calciomercato, di Doumbia, Ibarbo o Chiriches. Deve pensarci Garcia.


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