.

Salvate il soldato Paulo. Dzeko, il travaglio di una storia d'amore

di Alessandro Carducci
Fonte: L'editoriale di Alessandro Carducci

La stagione è appena iniziata ed è già successo di tutto. Un mese fa il closing, poi Fonseca forse va via. No, rimane ma gli affianchiamo l’insegnante di sostegno (leggasi tattico italiano). No, non è vero, niente tattico, ha la piena fiducia e rimane. La Roma pareggia a Verona, scoppia il caso Diawara, Fonseca è in bilico, c’è Allegri, forse Sarri ma occhio anche a Rangnick. Quest’ultimo, in realtà, potrebbe fare più il dirigente che l’allenatore, anche perché in tutto ciò la Roma non ha un direttore sportivo. Il mercato è guidato da Guido Fienga, che, per sua stessa ammissione, sta facendo un lavoro non suo e fa quel che può, aiutato da De Sanctis e da un manipolo di agenti.
E, a proposito di mercato, Dzeko resta, no va, vuole andare, no lui vorrebbe rimanere però è costretto ad andare. A Verona va in panchina ma non può entrare, ha chiesto di non giocare. È furioso però tranquillo. Vorrebbe andare ma anche rimanere.
Se si cerca la parola caos sul vocabolario esce la foto di Trigoria: l’unica certezza è la presenza di Dan e Ryan Friedkin. Una medicina a livello psicologico per cercare di guarire l’assenza di tutto il resto.

SALVATELO - L’altra certezza è la sofferenza di Paulo Fonseca. Prima messo in discussione, poi trattato (almeno mediaticamente) come un tecnico che ha bisogno dell’aiuto del tattico, altrimenti da solo non ce la fa. Poi confermato, poi rimesso in discussione dopo una giornata. Con tanto di invasione sui giornali dei più svariati nomi, da Allegri a Sarri fino al già citato Rangnick. Il portoghese rimane fermo, in silenzio, incassa con classe come un pugile che barcolla e sembra poter stramazzare in qualsiasi momento ma rimane in piedi con dignità. Smalling ancora non c’è, gli esuberi sì e c’è anche quell’Edin Dzeko che l’ha duramente criticato dopo Siviglia. Il rapporto tra i due è recuperabile? Ai posteri l’ardua sentenza, ma intanto bisogna fare qualcosa per proteggere un tecnico investito in queste settimane da un uragano mentre lui sta lì con un ombrello, fermo, statuario, proteggendosi con una calma e una serenità di fondo da far invidia.

EDIN - Con Dzeko, invece, la storia di amore sembra proseguire: perché di amore si tratta quando prima ci si ama (al momento del suo sbarco da Manchester), poi ci si odia (con tutti i vergognosi meme e le prese in giro dopo il primo anno) e poi ci si ama nuovamente. Un rapporto mai neutro, con il bosniaco più volte sul punto di lasciare la Capitale ma sempre rimasto e capace di suscitare sentimenti contrastanti in tutta la sua avventura giallorossa: come un vero e proprio rapporto di amore. Con Dzeko, al di là dei bilanci, delle plusvalenze, dell’età e dei litigi, la Roma è più forte. Questo sia chiaro e da qui si riparta.


Altre notizie
PUBBLICITÀ