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Sempre più vicini al baratro

di Gabriele Chiocchio
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio

Nell’immediato - che più immediato non si può - postpartita di Roma-Vitesse 1-1, José Mourinho si è affrettato a incensare gli olandesi, il loro allenatore e alcune situazioni di gioco che hanno proposto durante la partita. Come a dire: non era banale eliminare una squadra come loro, o per lo meno, non era così banale come si potesse immaginare.

Ha ragione? Probabilmente sì, ma non è questo il punto focale di Roma-Vitesse. Il punto focale di Roma-Vitesse è la Roma, che è la stessa dalla partita contro il Cagliari, dalla quale è partita una paradossale serie positiva condita da questa altrettanto paradossale, quanto benedetta, qualificazione ai quarti di finale di Conference League. Paradossale, sì, perché dei 180 e oltre minuti giocati in questo doppio confronto, non è stata certo quella di Mourinho la squadra migliore, e se gli olandesi hanno pescato il jolly all’Olimpico con il bellissimo gol di Wittek, i giallorossi lo avevano fatto ad Arnhem con Sergio Oliveira. 

Ecco, se nella serie di campionato si poteva parlare di una Roma che gioca generalmente male, questo ottavo di finale di Conference League ha offerto un termine di paragone. La fase offensiva giallorossa, certamente per tre tempi su quattro, non è stata superiore a quella della sesta squadra dell’Eredivisie, con giocatori di qualità certamente diversa, e questo è un benchmark da cui partire in vista delle ultime gare di Serie A e della fase finale della coppa.

Un riferimento che non era certamente necessario, visto l’avanzare caracollante di una stagione, come abbiamo già detto, sempre uguale a se stessa, in cui ci si avvicina ripetutamente al baratro senza però mai caderci: a La Spezia, come a Udine, come questa sera. Sempre più prossimi a cadere, ma ancora, forse addirittura miracolosamente, in piedi. La Roma di Mourinho è questa, e il Vitesse ha giocato alla pari con lei in entrambe le partite: o si fa qualcosa in più, o forse prima o poi in quel baratro ci si cadrà.


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