Si torna in Italia
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Il ritorno di Rudi Garcia allo Stadio Olimpico per il match di Europa League perso contro la Lazio ha fatto riaffiorare ricordi di una Roma che in campionato, tutto sommato, viaggiava (prima di rallentare e poi fermarsi, con tutte le conseguenze del caso), ma che in Europa faticava a ingranare: due sole vittorie in dodici incontri di Champions League con in panchina il francese, che proprio non riusciva a dare un’identità alla squadra ed affrontare, al contrario, squadre che un’identità ce l’avevano. Adesso, con Eusebio Di Francesco, lo scenario sembra essersi invertito, con una Roma decisamente più europea, non necessariamente nel senso positivo del termine. Viktoria Plzen e CSKA Mosca non sono squadre di caratura necessariamente maggiore rispetto ad alcune compagini del nostro campionato, ma, stando ai vertici delle loro leghe, sono abituate ad affrontare i propri avversari a viso aperto, pensando più a se stesse rispetto a chi hanno di fronte. La Roma di Garcia subiva questo atteggiamento non riuscendo a contrapporne uno uguale, in direzione contraria e di forza maggiore, quella di del tecnico di Sanbuceto è riuscita a farlo e a prendersi i punti che l’hanno avvicinata alla qualificazione agli ottavi di finale. Mettere in campo lo stesso atteggiamento in Italia significa però esporsi a tutte le magagne del nostro campionato, fatto più di episodi che di qualità, più di forza che di brillantezza: i risultati dei match giocati dopo la sosta di ottobre contro SPAL, Napoli e Fiorentina sono stati più che ampiamente determinati - in entrambe le direzioni - da episodi, sui quali la Roma può avere controllo solo andandone oltre. Ovverosia, raccogliendo più possibile di quanto semina, riducendo quindi il peso della casualità, se così la si può chiamare: guardando al match contro la Sampdoria, il ricordo torna al precedente della scorsa stagione, quando i giallorossi si divorarono di tutto - compreso un calcio di rigore - e alla fine uscirono sconfitti. Lo stesso risultato, con un’altra lunga sosta alle porte, avrebbe, come ben si sa delle conseguenze non solo in termini di una già deficitaria - ma comunque rimediabile - classifica, e non ci sarebbe neanche un po’ di sana Europa a mitigare il clima incandescente che si creerebbe in due settimane di Italia purissima.