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Squarci di Roma, sprazzi di bel gioco

di Alessandro Carducci

Prendete dei lampi di genio di Bojan, le discese di José Angel, la classe di Totti, la caparbietà di De Rossi, la qualità di Greco, l'abnegazione dei giovani, agitate e mescolate per bene e avrete uno spaccato della Roma attuale.
Fino a pochi giorni fa parlavamo di cantieri aperti e di neonati ai primi passi. Argomenti ancora attuali ma pian piano la Roma del futuro sta prendendo forma. Ancora niente di trascendentale, per carità, ma sarebbe impossibile pretendere di più da un gruppo di giocatori che ha dovuto rivoluzionare il modo di giocare, il modo di pensare, il modo di fare calcio. Contro i modesti ungheresi del Vasas, i giallorossi hanno testato poco la propria tenuta difensiva cercando invece di applicare i vari schemi offensivi provati in allenamento. Abbiamo notato con piacere il prolungato possesso palla che spesso è sfociato in un’apertura ad uno dei due terzini, da parte della mezzala. Da una parte Cicinho (discreta la sua prestazione), dall’altra José Angel, sicuramente più a suo agio con Bojan con il quale sembra giocare da una vita. I due parlano la stessa lingua, quella del calcio, e si capiscono in fretta. A centrocampo De Rossi sarà un uomo ancora più importante di prima nello scacchiere giallorosso. Dovrà dare il via all’azione, fare il centrale aggiunto e, a volte, anche inserirsi in avanti. Sarà aiutato dai due interni di centrocampo, questa sera Greco (ottima prova la sua) e Perrotta. Pizarro è entrato solo nella ripresa, distribuendo qualità a destra e a manca, come quando ha pennellato un assist a Simplicio, che non è stato lesto ad insaccare da solo davanti al portiere. La strada è ancora molto lunga ma, almeno, sembra essere quella giusta.


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