Stop. Dimentica. Accelera: il mese del dentro o fuori
Fonte: L'editoriale di Luca d'Alessandro
Il derby vinto contro la Lazio. Il 2-0 subito contro l'Atletico Madrid. L'amaro pareggio contro il Genoa e il caos postumo, scatenato dall'espulsione di De Rossi. Tutto da dimenticare, sia in positivo, vedi la vittoria contro la Lazio, sia in negativo, vedi il resto. La stagione della Roma, a partire da venerdì, entra nella prima fase cruciale. Iniziano i primi verdetti: dentro o fuori. Serie A, Champions League, Tim Cup. Una mano ai giallorossi la dà il calendario, fino alla sosta invernale, su 8 gare da disputare (9 con l'eventuale quarto di finale da raggiungere di Coppa Italia), 6 saranno giocate all'Olimpico, contro avversari più che abbordabili. Un grande apporto quindi lo dovrà dare il pubblico romanista, in netto aumento nelle ultime gare interne, ma come si dice: "aiutati che Dio ti aiuta", lo sforzo maggiore lo dovranno fare i giallorossi stessi.
ORA O MAI PIÙ - Sette punti da recuperare al Napoli, cinque all'Inter, tre alla Juventus. In attesa di recuperare la gara contro la Sampdoria il 24 gennaio, c'è la possibilità visti gli scontri diretti Napoli-Juventus, Juventus-Inter, Inter-Lazio e alcune trasferte di difficoltà medio-alta dei partenopei come Torino-Napoli di accorciare le distanze dalla vetta. In attesa del match del 23 dicembre contro la Juventus, la vera prova del nove per capire se la Roma potrà puntare realmente allo scudetto o limitarsi a fare la corsa al quarto posto. Il tutto, ovviamente è vincolato al riuscire a fare bottino pieno contro SPAL, Chievo, Cagliari, Sassuolo, per poi cominciare il girone di ritorno contro l'Atalanta.
DA SOGNO A REALTÀ - Il primo dentro o fuori però sarà la gara contro il Qarabag di martedì. Vincere garantirebbe una prima vittoria morale dei giallorossi, un piccolo miracolo sportivo a livello europeo, una grande iniezione di fiducia collettiva. In più ci sarebbe sempre la speranza di, non solo qualificarsi, ma farlo vincendo il girone, perché una vittoria dei giallorossi, metterebbe il Chelsea nelle condizioni di battere l'Atletico Madrid a sua volta per non perdere la leadership del Gruppo C.
NON SI MOLLA NIENTE - Se nelle stagioni scorse il calendario della Tim Cup è stato abbastanza agevole, affrontare Torino/Carpi agli ottavi, eventuali quarti il 3 gennaio all'Allianz Stadium contro la Juventus, ed eventuale doppia semifinale (fine gennaio, fine febbraio) contro il Napoli, per poi arrivare alla finalissima di Roma contro una tra Milan, Lazio, Inter, fa sì che più che una Tim Cup, sia un vero tour de force per i giallorossi. Tuttavia, una squadra alla ricerca, oltre che della continuità degli introiti Champions come obiettivo primario, ma finalmente del primo trofeo dell'era Pallotta, non può buttare via nulla.
RIENTRI DECISIVI - Per accelerare in questa fase cruciale della stagione occorre essere brillanti. In questo momento in molti calciatori hanno accumulato troppi minuti nelle gambe, nonostante il turnover scientifico e oculato di Di Francesco. Facendo gli scongiuri di ennesimi infortuni, perché con la Roma la sfortuna, tra pali, incroci e crociati, ci vede non benissimo, di più, il ritorno in campo di Emerson Palmieri, ma soprattutto, finalmente quello di Schick dovrà dare quel quid in più, in termine di velocità e di gol, che son mancati negli ultimi match, che mantengano le aspettative dei tifosi e della società, visto l'esborso oneroso pagato in estate per il ceco.