Sventato il rischio di ribiombare nel solito déjà-vu. Tante le bombe (non antiecologiche) da disinnescare
Fonte: L'editoriale di Alessandro Carducci
Tra l'amarezza per l'Europa League, le litigate in conferenza stampa, la febbre di Pallotta, gli incontri per lo stadio e i rinnovi di Spalletti, Totti e De Rossi, il rischio di perdere di vista l'obiettivo principale era molto concreto. È diventato poi ancor più concreto dopo la rete di Defrel, che sembrava proiettare la Roma in un incubo, nel solito incubo, nella solita tendenza all'autoflagellazione. Un déjà-vu fastidioso ma quanto mai presente nella storia della Roma. La tentazione di autodistruggersi è durata solo qualche minuto perché poi i giallorossi hanno reagito, portando a casa una vittoria importantissima in chiave secondo posto. Direte: “Con il secondo posto non si vince nulla”. Giusto, giustissimo, e la Roma ha un disperato bisogno di mettere in bacheca un trofeo. Corretta quindi l'ossessione della vittoria di cui parlava un mese fa Spalletti. Il secondo posto non porta vittorie, trofei, giri di campo, nulla. Porta una sola cosa, fondamentale: la possibilità di sognare. Senza i soldi della Champions, è difficilissimo, se non impossibile, costruire una squadra in grado di arrivare in fondo a tutte e tre le competizioni e l'abbiamo visto chiaramente nelle scorse settimane.
Spalletti ora deve essere bravo a isolare la squadra da tutte le voci che, verosimilmente, non potranno che aumentare nelle prossime settimane: “Resta o se ne va?”, “Totti si ritira?”, “De Rossi va via?” “E Monchi?”. Il futuro è nebuloso perché tutti i capisaldi della Roma sono in bilico. A parte il presidente, Baldissoni e Gandini, tutti gli altri sono in bilico. E parliamo di pietre miliari della storia della Roma. A partire da Totti, passando per De Rossi, per poi parlare della storia recente della Roma, con Spalletti e Massara. Tutti ruoli chiave che devono essere ancora definiti per l'anno prossimo. Bombe (non antiecologiche) pronte a esplodere e che devono essere disinnescate prima che possano squarciare l'apparente tranquillità di Trigoria.