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Torna l'Europa League: con la Roma in lotta per la Champions, la squadra ha la forza per giocarsi le due competizioni o serve fare una scelta?

di Luca d'Alessandro
Fonte: L'editoriale di Luca d'Alessandro

La Roma che è uscita dal pareggio contro il Lecce è pur sempre una Roma che, stando alla classifica e a quanto sta dicendo il campionato, è una squadra in piena lotta Champions League. Inutile sottolineare come sia fondamentale per il club centrare questo traguardo ai fini del bilancio, non per quanto riguarda il FFP. Questa settimana ritornano le competizioni internazionali e i giallorossi sono chiamati allo spareggio per rimanere in Europa League, contro il Salisburgo. Ora, abbiamo visto già come la Coppa Italia sia stata sacrificata da Mourinho (persa sul campo anche coi titolari a onor di cronaca), perché a detta del mister la sua squadra non può reggere le tre competizioni. La curiosità dunque sta nel vedere come verrà considerata l'Europa League. La fase a gironi è stata un mezzo fallimento, perché il gruppo era alla portata della squadra. Il blasone europeo della Roma, al di là della vittoria della scorsa Conference League è probabilmente l'unica cosa di alto livello e di continuità che possiamo trovare in questi ultimi anni, dove si son raggiunte semifinali di Champions, di Europa League e la vittoria della Conference League appunto. Un conto però è stato arrivare fuori dai primi quattro posti e poter puntare all'Europa, un conto è essere in lizza per la Champions e continuare ad avere l'impegno del giovedì, con avversari più impegnativi rispetto alla scorsa stagione (Manchester United, Arsenal, Barcellona, Juventus per citarne alcuni). Mourinho ha ritrovato Wijnaldum a Lecce, Karsdorp è rientrato in gruppo, ma entrambi gli olandesi sono fuori da parecchio. Ovviamente continuare in Europa League porterà incassi importanti al club (andando avanti con una media di 60.000 spettatori a partita), permetterà ai non titolari di avere più chances di giocare, ma dall'altro lato, potersi concentrare su una partita a settimana da qui a giugno, con le altre concorrenti in Europa (tranne l'Atalanta) abbatte il rischio infortuni dei calciatori, fa sì che Mourinho possa allenare i propri uomini che di fatto arriverebbero più pronti e riposati agli impegni in Serie A. Tutte teorie ipotetiche, perché giovedì la risposta si avrà sul campo. Però è uno di quei discorsi che magari pubblicamente non verranno mai detti, perché il motto è sempre quello di voler vincere la prossima partita, ma che, inconsciamente sarà passato, anche solo per qualche secondo, nella testa del mister. O magari nella programmazione e la gestione delle forze fino a fine stagione quel che andava sacrificato (la Coppa Italia) lo è già stato.


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