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Totti nell'Olimpo del calcio, Florenzi convince anche Andreazzoli

di Alessandro Carducci

Colpi di tacco, pali, traverse, gol. Sacrificio, determinazione, classe. Francesco Totti raggiunge quota 226 gol in serie A, supera Nordahl e lo fa davanti al suo pubblico. Ormai sembra difficile stupirsi delle prestazioni del numero dieci giallorosso. Si pensa di aver visto di tutto ma osservare un campione di 36 anni rincorrere gli avversari e pressare come fosse un gregario qualsiasi non può non fare effetto. Perché Totti non è solo classe e colpi di tacco ma alla base di tutto ciò c’è una professionalità e una disponibilità al sacrificio che dovrebbero essere ad esempio per tutti. Pensare che in passato sia stato addirittura contestato, seppure da uno sparuto gruppo di tifosi, fa quasi sorridere. Qui non è questione di essere romanisti o no: la grandezza di Totti esula dal tifo ed entra di diritto nell’Olimpo del calcio. Ieri il colpo di tacco, di prima e in rotazione, a smarcare nello spazio Marquinho valeva da solo il prezzo del biglietto. Nella ripresa la punizione tirata dai 25 metri si stava per infilare esattamente sotto l’incrocio quando ha sbattuto prima sulla traversa e poi sul palo, per poi beffardamente rimbalzare fuori dalla porta difesa da Mirante. Poi ha inseguito Valdes, andandolo a pressare da solo fino al limite dell’area parmense, gli ha rubato il pallone di forza e ha costretto il suo avversario a buttarlo giù per non farlo scappare in porta. Era chiara occasione da gol e Russo non poteva fare altro che espellere Valdes. Il direttore di gara ha invece pensato di tirare fuori solo il giallo. Poco male poiché Totti ha caricato il destro e battuto Mirante con una potente punizione, facendo esplodere di gioia l’Olimpico e mettendo al sicuro tre punti importantissimi per la corsa all’Europa. Tre punti che sono stati in discussione in parte solo nella ripresa quando, per alcuni minuti, il Parma ha esercitato una discreta pressione nella metà campo giallorossa. L’occasione più clamorosa con Parolo, su cui Burdisso si è immolato salvando un gol fatto. L’argentino si è così riscattato dopo un primo tempo non buonissimo. Marquinhos e Castan hanno invece offerto una prestazione costante per tutti i 90 minuti. Di Marquinhos si è scritto talmente tanto nei mesi scorsi che sembra quasi indelicato ripetersi ogni settimana. Fa sembrare facile qualunque cosa. Dà tranquillità a tutti e ha una personalità da veterano, pur essendo appena maggiorenne. Se continuerà così, se riuscirà a rimanere con i piedi per terra senza montarsi la testa, potrà tranquillamente diventare tra i difensori più forti al mondo. I mezzi li ha tutti. Bene anche l’inedito tridente della Roma: dietro ad un Totti di spallettiana memoria, hanno agito Perrotta e Florenzi che hanno coperto praticamente tutto il campo per poi ripartire in velocità sfruttando gli assist proprio del Capitano giallorosso. Lo stesso Florenzi ha vestito i panni dell’assist man in un paio di occasioni, mettendo nel primo tempo Lamela da solo davanti al portiere. Il centrocampista di Vitinia sembra aver convinto anche Andreazzoli e ora sarà dura tenerlo fuori dagli undici titolari.


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